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Thailandia: strage davanti al tempio induista. 22 le vittime e centinaia i feriti

Erano le 19 ore locali (le 14 in Italia) quando l’ordigno è stato fatto esplodere nel quartiere di Chidlom; l’esplosione, che ha fatto tremare tutta la zona, è avvenuta in una delle strade principali molto frequentate da turisti e persone della zona circondata da tre grandi centri commerciali e di fronte al famoso tempio induista di Erawan.

Sin dalle prime notizie arrivate si parlava di un elevato numero di vittime, il governo thailandese ha poi confermato che il numero dei feriti era salito a 123 mentre quello delle vittime a 22, anche se i numeri potrebbero aumentare di ora in ora.
La polizia ha da subito smentito la notizia di un possibile attacco terroristico di matrice islamica, in quanto le tecniche utilizzate per l’esplosione non corrispondono a quelle utilizzate negli attentati messi a punto dai terroristi integralisti, avvenuti nel paese asiatico ( ben 6.000 vittime negli ultimi 10 anni, ma mai che si siano registrate azioni da parte dei separatisti al di fuori del sud del Paese).
Intanto è stato diffuso un immagine del presunto attentatore, giunto sul luogo della strage qualche minuto prima con uno zainetto, e qualche istante dopo ripreso dalle telecamere di sicurezza mentre si allontanava dalla zona, senza che trasportasse nulla.
L’esplosione ha avuto luogo presso un incrocio molto trafficato poiché conduce alla zona commerciale di Bangkok e la bomba contenente 5 kg di materiale esplosivo è stata nascosta sotto una panchina di fronte al frequentatissimo santuario. Altri due ordigni inesplosi sono stati trovati dalla polizia nei pressi del luogo dove è avvenuta l’esplosione,e ciò fa pensare che la strage avrebbe dovuto essere di dimensioni ben più ampie.
Tra le 23 vittime sono stati accertati anche sette stranieri identificati come cinesi e filippini; i feriti sono stati trasportati in 14 differenti ospedali della capitale e tra questi, è stata confermata dall’ambasciata di Pechino la presenza di 15 Cinesi.

Un’azione, al momento non rivendicata, e che c’è da credere non lo sarà mai, e che ha determinato reazioni contrastanti in seno allo stesso establishment del governo militare che, lo scorso anno, ha deposto l’ex premier. Da un lato chi non ha perso tempo per accusare l’area del dissenso, dall’altro chi si è espresso con maggior cautela Di attacco all’intera Thailandia ha parlato Prawit Wongsuwan, Ministro della difesa e vicepremier che ha voluto vedere nel vile attentato:

“Un’azione volta a distruggere l’economia e il turismo”, chiosando di come ” chi ha messo questa bomba è crudele e intendeva uccidere”, come conferma  il capo nazionale della polizia Somyot Poompummuang: “Piazzare una bomba in quel punto significa volere vedere un sacco di persone morte”

In una Thailandia spaccata in due, anche questa strage è subito divenuta oggetto di speculazioni di parte: da un lato chi appoggia l’attuale esecutivo ricerca i colpevoli in seno agli ex sostenitori dell’ex premier Thaksin Shinawatra, la cui sorella Yingluck è stata deposta dal golpe dei mesi scorsi, anche se non si sono fatte attendere le smentite da parte di ex alti esponenti delle «camicie rosse», da coloro che, nel 2010, occuparono per due mesi proprio l’incrocio Ratchaprasong, salvo essere disperse da una feroce repressione militare costata 91 morti; dall’altro chi avversa il golpe e interpreta alcune situazioni come un’azione deliberata del regime per porsi come difensore della patria e, attraverso una studiata strategia della tensione, poter godere di ancora una maggiore libertà d’azione.
Quel che è certo è che tale azione si inserisce in un contesto già di per sè delicatissimo, con la successione all’orizzonte del venerato re Bhumibol (87 anni) e il governo militare attuale determinato nel restare al potere, rinviando di mese in mese la transizione verso la democrazia, senza rinunciare ad una repressione costante nei confronti di chi non sia della stessa idea.

Messaggi di cordoglio sono arrivati al governo Thailandese dagli esponenti dei governi di tutto il mondo che esprimono il loro rincrescimento e la speranza all’unanimità che i responsabili di questo tragico e sanguinoso gesto siano al più presto assicurati alla giustizia.
Il Ministero degli Esteri ha fatto sapere tramite un comunicato stampa, che l’unità di crisi della Farnesina è in stretto contatto con l’Ambasciata Italiana a Bangkok e stanno effettuando le verifiche del caso per scongiurare la presenza di Italiani tra le vittime e feriti.

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