Cinema

Torna al cinema Ted e fa più ridere ancora. Recensione e trailer

Accompagnato da un battage pubblicitario che sta coinvolgendo radio, giornali e televisioni, arriva ai cinema Ted 2, seguito del primo film che, a sorpresa, ha raggiunto record di incassi al botteghino.

Per questo secondo episodio, la scelta è stata quella di non aggiungere sottotitoli, inserendo solamente il numero “2” accanto al nome del protagonista della pellicola. Pur non potendo più contare sul fattore sorpresa, che aveva spinto molte persone a seguire le avventure dell’orsetto di peluche più irriverente che si sia mai visto al cinema, questo nuovo episodio si dimostra non solo divertente come il primo, ma anche altrettanto intelligente. Le quasi due ore di durata trascorrono velocemente grazie ad un prodotto estremamente godibile. Non mancano le situazioni imbarazzanti che hanno contraddistinto il primo capitolo, le cattiverie gratuite e le battute, anche in questo caso piuttosto scurrili, per quello che non è un film, nonostante il protagonista-pelouche, rivolto ai più piccoli.

La trama prende il via dalla voglia di Ted, ormai sposato con Tami-Lyn, di avere un figlio. Infatti, nonostante sia passato solamente un anno dalla travolgente cerimonia di nozze, il rapporto tra i due coniugi sembra aver perso lo smalto mostrato inizialmente. Solo uno stimolo nuovo, come quello di un neonato, potrebbe portare ad un miglioramento della situazione.
Non essendo dotato dell’organo riproduttivo, Ted è costretto a tentare la strada dell’inseminazione artificiale. A causa di anni di abusi, questa soluzione non è proponibile; l’unico altro modo per avere un figlio diventa, allora, l’adozione. Da qui ha luogo la parte del film che invita alla riflessione il pubblico, visto che a Ted viene negata l’equiparazione a essere umano. Ha luogo, pertanto, una battaglia legale (chiaramente con risvolti comici e irriverenti), nella quale Ted viene aiutato sia dall’amico John che da un’avvocatessa. Interviene anche un vero e proprio “guru” nella professione di avvocato (interpretato da Morgan Freeman). Pur presentando scene nelle quali non manca un umorismo piuttosto semplice e volgare, il film non scade mani nell’umorismo di “bassa lega”, grazie ad una certa eleganza. Inoltre, a rendere molto più interessante la pellicola è il fatto di presentare degli omaggi a famosi film del passato, più o meno recente. Ad esempio, i titoli di testa si aprono con una sequenza musicale, concepita come omaggio a Busby Berkeley. Ad essere messa in risalto è la povertà del mondo nel quale vivono gli esseri umani.
Lo spettatore è indotto a ridere proprio dal fatto che la vita ma, soprattutto, gli esseri umani, sono un concentrato di difetti e di cattivi sentimenti. Gli antieroi che vengono dipinti da MacFarlane nel film non riescono a capire molti dei comportamenti delle altre persone.

Come nel primo film, il regista si dimostra fedele alla sua idea di scorrettezza politica. Tra gli attori si segnale Amanda Seyfied, che risulta un concentrato di umorismo. Ma anche Mark Wahlberg si conferma la spalla perfetta per l’orso del film, recitando ancora perfettamente nel ruolo del ragazzo “nerd”, che non riesce a combinare nulla di buono nella sua vita.
Da ricordare come, nonostante il protagonista del film sia un orsacchiotto, la pellicola verrà sicuramente apprezzata dagli adulti, mentre ai più piccoli la visione è sconsigliata proprio in considerazione della mancanza di scene politically correct.

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