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Attacco jihadista a campo della Total in Libia: mistero attorno alla sorte di un tecnico francese

L’ATTACCO AL CAMPO DI MABRUK – Al momento regna ancora il mistero attorno alla sorte di uno dei tecnici francesi che lavoravano nel campo di Mabruk (Libia) di proprietà della compagnia petrolifera francese Total, a seguito dell’attacco di un commando di combattenti vicini alla causa jihadista dell’Isis.

Sulla sorte dell’uomo non ci sarebbero ancora conferme circa l’avvenuto rapimento, mentre è stata invece confermata la morte di almeno quattro dipendenti della società libica (la Mabruk Oil Operation) che gestiva il giacimento per conto della stessa Total. Una fonte diplomatica vicina al quotidiano transalpino “Le Monde”, interpellata a proposito del raid, ha per ora smentito il sequestro del tecnico: infatti, tale ipotesi era stata rilanciata solamente da alcuni media libici citando a loro volta il sito di Sky News Arabia.

LE SMENTITE DELLA STAMPA FRANCESE – A proposito dell’attacco al campo situato nei pressi di Mabruk (170 km a sud della città di Sirte), il portavoce dell’esercito regolare libico ha spiegato che la responsabilità sarebbe da attribuire al noto gruppo di Ansar al Sharia, formazione jihadista alleata dello Stato Islamico e che, fra i tre uomini presi in ostaggio, al momento non risulterebbe esserci alcun occidentale.

Va anche ricordato che, stando sempre alle prime notizie, la Mabruk Oil Operation impiegava ‘in loco’ 56 lavoratori, tutti però di nazionalità libica e filippina. A corroborare queste affermazioni, infine, è ancora una volta la fonte di “Le Monde” che precisa come, oramai, la produzione nel giacimento della Total fosse sospesa dallo scorso dicembre, dopo la chiusura del terminale petrolifero di Es Sider.

Inoltre, tutto il personale tecnico dell’azienda francese sarebbe stato ritirato già nel corso del 2013 proprio a causa del peggioramento delle condizioni di sicurezza della zona in cui lavoravano.

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