Cronaca

Bari, sorveglianza speciale e “rieducazione” per un cittadino albanese: inneggiava all’ISIS sul web

INNEGGIAVA ALL’ISIS SUL WEB – Il caso potrebbe presto fare giurisprudenza e creare anche una sorta di precedente in materia di misure antiterrorismo e di politiche atte ad arginare non solo il fenomeno del proselitismo tra i giovani in Occidente, ma anche la loro radicalizzazione. A Bari, infatti, un cittadino di nazionalità albanese è stato posto sotto sorveglianza speciale dopo che sul suo pc, oltre che nell’archivio dello smartphone, sono state trovate foto che lo ritraevano mentre imbracciava un fucile mitragliatore e altre in cui esaltava la causa dello Stato Islamico, auspicando nuovi attentati in Europa; inoltre, da tempo, era monitorata anche l’attività dell’uomo sul web e specialmente sui social network, dove condivideva spesso video e link nei quali si annunciava un futuro attacco terroristico anche in Italia.

Per questo motivo, la Polizia di Stato ha notificato al cittadino albanese la sorveglianza speciale, oltre ad altre misure di urgenza disposte dal presidente della sezione “Misure di Prevenzione” del Tribunale del capoluogo pugliese: considerata la pericolosità del soggetto, è stato disposto anche l’obbligo di soggiorno nel proprio Comune di residenza e il ritiro del passaporto, in modo da impedirne l’espatrio.

UN PERCORSO DI “RECUPERO SPIRITUALE” – Come detto, tuttavia, il caso potrebbe creare un precedente dato che la Terza Sezione Penale dello stesso Tribunale di Bari ha deciso di attivare un vero e proprio percorso di recupero “socio-spirituale” per l’uomo, oltre alla sorveglianza per i prossimi due anni e il divieto di accesso ad Internet.

Pur non trattandosi di una misura obbligatoria, è stato infatti previsto un iter che mira ad aiutare l’uomo a conoscere meglio la stessa religione islamica, avviandolo allo studio dei veri valori di quella tradizione e che lo aiuti anche a distinguerne i dettami religiosi dalle pericolose deviazioni estremiste del fondamentalismo su cui si basa la causa jihadista. Inoltre, a quanto si apprende, il diretto interessato avrebbe espresso la volontà di intraprendere il suddetto percorso di “de-radicalizzazione”.