Cronaca

Bolzaneto: torture fisiche e vessazioni psicologiche, la Corte Europea condanna l’Italia

Cinquantanove i ricorrenti, ai quali la sentenza della Corte Europea ha riconosciuto la violenza subita da parte delle Forze dell’Ordine durante la loro permanenza nel carcere di Bolzaneto fra il 20 ed il 22 Luglio 2001, a seguito dei fatti violenti di Genova, in occasione del vertice dei G8: i detenuti hanno viste accolte le accuse presentate per la privazione dei minimi diritti umani, per la condizione di inferiorità psicologica in cui sono stati posti e per quella di “non persone” nelle mani dello Stato.

Episodi gravissimi sono stati riferiti, come l’obbligo di denudarsi in presenza di persone del sesso opposto, la violenza fisica inferta attraverso torture fisiche e vessazioni psicologiche ripetute. E’ stata negata a tutti la possibilità di contattare la famiglia o un legale. A moltissimi sono stati requisiti oggetti personali, senza alcun bisogno evidente, e che non sono mai stati riconsegnati ai proprietari.

Il processo in Italia, conclusosi in Cassazione nel giugno 2013, ha portato all’assoluzione di quattro imputati ed alla condanna di sette: per una decina di imputati era scattata la prescrizione penale, ma non quella civile.
L’Italia è stata duramente stigmatizzata dalla Corte, in quanto accusata di non aver collaborato alla indagine, di aver osteggiato l’individuazione dei responsabili, di non aver opportunamente provveduto a sanare le falle evidenti nelle catene di comando. Oltre a ciò, l’Italia è stata anche redarguita per le numerose mancanze nel suo ordinamento giuridico, evidenziando come la nuova legge contro la tortura sia entrata in vigore solamente il 18 luglio di quest’anno, e quindi non applicabile retroattivamente ad alcun reato.

Nella sentenza si legge anche il forte biasimo nei confronti dei diretti responsabili, che hanno gravemente violato le consegne ricevute quanto alla tutela delle persone a loro affidate, profittando della loro posizione di superiorità.
Al nostro Paese, che quest’anno aveva già ufficialmente riconosciuto le proprie negligenze presso la Corte, è stato anche imposto di corrispondere ai ricorrenti fra i diecimila ed i centomila euro ciascuno, per i danni morali subiti. Una risoluzione amichevole invece è stata invece raggiunta con sessantacinque dei ricorrenti.

Pagina nerissima della nostra storia, che peserà a lungo sulla credibilità e l’onore delle Forze dell’Ordine e della Magistratura.