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Bufale sugli immigrati, quando la macelleria sociale paga in rete

L’odio nei confronti dei profughi di molti, ai livelli record in un momento in cui i flussi immigratori paiono non aver fine e in un contesto di crisi che acuisce il disagio degli Italiani,  ha permesso ad un giovane di ottenere un guadagno monetario dal web: la strategia adottata consisteva nel pubblicare notizie false di cronaca nera contenenti atti violenti da parte degli immigrati perpetrati ai danni dei cittadini italiani. Qualche giorno fa la denuncia alla Polizia Postale e l’oscuramento del sito.

La diffusione di false informazioni.

Il sito Senzacensura.eu nasce nel mese di Giugno, ed ha uno scopo solo: diffondere quelle notizie che, durante i notiziari televisivi, non venivano trasmesse. Un sito la cui utilità poteva essere anche ottima, ma che purtroppo è stato gestito in maniera discutibile, per usare un eufemismo, da un giovane ventenne siciliano.
Inizialmente il sito riportava notizie già diffuse sul web, ma dopo poco tempo, nel portale era possibile assistere ad una vasta serie di notizie con fatti di cronaca nera con protagonisti i profughi giunti in Italia.
Diversi titoli inquietanti sono comparsi sul portale, come quello relativo allo stupro di una donna, da parte di quattro profughi, con l’uccisione successiva del marito.
La crescente notorietà di un sito disposto a tutto, cavalcando le paure della gente e alimentando l’odio sociale, è stato prontamente bloccata dalla polizia postale, la quale è riuscita a scoprire il meccanismo delle notizie false e ad evitare che la popolazione fosse istigata ulteriormente contro gli immigrati.

Il meccanismo delle notizie false.

Realtà con finzione: era questo lo stratagemma adoperato dal ventenne proprietario del sito, il quale è riuscito ad ottenere un aumento sempre più elevato delle visualizzazioni delle notizie da lui realizzate e condivise sul web.
Alcuni fatti di cronaca sono infatti reali, ma solo in parte: il giovane infatti ha creato notizie che avevano una base di veridicità, aggiungendo elementi di fantasia per aumentare la sua popolarità.
La notizia dello stupro, ad esempio, è avvenuta a Ragusa, ma ha visto protagoniste persone nigeriane e rumene.
Il fatto, seppur sempre grave e inaccettabile, non vede alcun coinvolgimento, nel ruolo di vittime, degli Italiani, cosa che ha effettivamente aumentato la diffusione delle suddette notizie. Il portale, infatti, aveva dato un nome italiano alla vittima, tal Filippo Marchese, ambientando la tragica vicenda a Palermo, anzichè tra le serre, dove, troppo spesso, gli stranieri vengono sfruttati da parte di imprenditori nostrani privi di scrupoli e con una convivenza tra immigrati sempre più complessa.

Il provvedimento, assunto dopo la denuncia da parte di un giornalista catanese, infatti, è stato adottato anche in relazione alla sistematicità di tale modus operandi, come ha spiegato Marcello la Bella, dirigente della polizia postale:

“Non si tratta di un singolo articolo, ma c’è una reiterazione nel tempo e molte persone erano portate ad avere un senso di risentimento nei confronti degli extracomunitari”

E ancora la bufala di un quindicenne bruciato vivo a Catania perchè Cristiano, notizia condivisa su Facebook da 5.000 persone nonostante i siti che verificano le notizie l’avessero bollata come una bufala, e ancora la fantomatica vicenda di un Nigeriano che , dopo aver violentato madre e figlia, sarebbe stato cosparso dal padre di acido sui genitali, con quest’ultimo costretto alla reclusione e l’Africano prontamente rimesso in libertà. Tutte notizie ideali per fomentare una intolleranza sempre più crescente. Per finire, facendo seguito alle polemiche di Treviso, a migranti che avrebbero preteso il pagamento da parte dello Stato:

“Sono due anni che siamo qua e se vogliono che ce ne andiamo, devono darci 1500 euro almeno altrimenti succede un vero e proprio bordello. Con 500 euro non riusciamo neanche a pulirci il culo”

le fantasiose affermazioni di cui si sarebbero resi protagonisti dei rifugiati, e tutti post poi opportunamente veicolati tramite social e capaci di scatenare commenti violenti, in cui i lettori, spesso, finivano per dare il peggio di sè.

Ma i vari controlli della polizia postale hanno smascherato la verità.
Sono stati due gli elementi che hanno permesso alle autorità del web di capire che le notizie erano false: la prima consisteva nel fatto che, su altri portali di informazione in tempo reale, tali notizie non venivano riportate. Il secondo consiste nel corpo della notizia, realizzato spesso in fretta, con frasi composte da refusi, errori sintattici e mancata coniugazione dei verbi.
Grazie a tali elementi, le forze dell’ordine hanno bloccato il modo di fare del giovane, che è stato prontamente denunciato per falsa diffusione di informazioni e accusato di istigazione all’odio razziale.

Le parole del giovane.

Il ragazzo, di cui non è stata diffusa l’identità, ha affermato che si è comportato in questo modo solo per aumentare le visualizzazioni del suo sito.
Grazie ai banner ed alle views, il ragazzo riusciva ad ottenere un crescente profitto tramite internet, e per poterlo incrementare ha ben pensato di sfruttare l’odio razziale e creare notizie fasulle di questo tipo.
Il sito probabilmente verrà oscurato a breve, viste la mancata deontologia e la diffusione di notizie non vere e potenzialmente esplosive, in quanto tali da far lievitare forme di intolleranza, giocando sulla rabbia e le difficoltà quotidiane della gente.

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