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Ddl anticorruzione: inasprite le pene per reati corruttivi e per falso in bilancio

Un vertice tra i Partiti che sostengono la maggioranza, ovvero il Partito Democratico, il Nuovo Centro Destra e Scelta Civica si è chiuso con il raggiungimento di un punto d’incontro tra le varie anime della maggioranza stessa per quel che riguarda il decreto anti-corruzione. Nell’incontro, che ha visto impegnati il titolare del dicastero della Giustizia e il suo vice da una parte e alcuni componenti delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato in quota PD, Ncd e Scelta Civica dall’altra, si è infatti trovato un accordo su vari punti cardine del provvedimento allo studio del Governo. Alla fine del vertice il Ministro Orlando ha auspicato il sostegno dei 5 Stelle e anche dalle altre forze presenti in Parlamento a quella che, nelle intenzioni dell’esecutivo Renzi, vuole essere una risposta concreta al dilagare del fenomeno corruttivo nel Paese.

Una delle novità maggiori riguarda l’inasprimento delle pene previste per chi viene condannato per reati di tipo corruttivo e un aumento dei tempi della prescrizione. Una delle norme allo studio, e che dovrebbe concretizzarsi nel provvedimento che a breve sarà sottoposto all’attenzione del Parlamento, prevede che le sanzioni penali per il reato di corruzione previste per il pubblico ufficiale valgano, dall’entrata in vigore del provvedimento, anche per chi non riveste tale ruolo, ma è tecnicamente un “incaricato di pubblico servizio“.
Inoltre il reato di corruzione, per cui al momento si prevede una cornice edittale di pena tra i 4 e gli 8 anni, verrà punito con una pena che varierà, dal momento in cui il decreto diventerà legge, dai 6 ai 10 anni. L’innalzamento della cornice edittale riguarderà anche l’induzione indebita, la quale passa da un “range”, per usare un termine poco tecnico, che andava dai 3 agli 8 anni, ad uno che varierà dai 4 ai 10 anni. Verrà, inoltre, modificata anche la durata della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici: al momento questa può essere comminata dal Giudice scegliendo in una cornice edittale che va dai 12 mesi ai 5 anni. Nelle intenzioni del Governo, il massimo edittale dovrebbe, a decreto approvato, passare a 6 anni.

Grosse novità sono previste anche per quanto riguarda il reato di falso in bilancio, visto che nei desiderata del Governo vi è quello di rendere tale tipologia di reato sempre perseguibile d’ufficio. Per ora non è stato, invece, trovato l’accordo per quanto riguarda la possibilità o meno di lasciare una soglia di non punibilità a favore delle Società che non sono quotate, ma la sensazione che è trapelata da chi ha potuto parlare con i partecipanti al vertice è che nel corso dell’iter parlamentare questa possibilità verrà meno e quindi il falso in bilancio risulterà sempre punibile a prescindere dall’entità della variazione del risultato economico dato dalla condotta penalmente rilevante.
Un occhio di riguardo vi sarà, al contrario,  per le imprese di piccole dimensioni, anche se il titolare del dicastero della Giustizia ha fatto presente che quasi certamente lo strumento giuridico che verrà utilizzato non sarà quello delle soglie, ma un altro su cui ancora si sta discutendo.

Una vittoria per il partito di Alfano, che pare aver ceduto al PD per quanto riguarda inasprimento del trattamento sanzionatorio per il reato di corruzione e sul falso in bilancio, è la decisione di non mettere mano alla normativa su abuso d’ufficio e sul traffico d’influenze. Inoltre è stata cassata la possibilità di introdurre nel nostro sistema giuridico la figura dell’agente provocatore nelle PA, ma non è escluso che in un prossimo futuro vi sia un ripensamento.
Per spingere a collaborare con chi indaga sui fenomeni corruttivi si è deciso di dare il via libera ad un sconto di pena, variabile da 1/3 alla metà, per coloro che, inquisiti e condannati per reati di corruzione, decidano di collaborare.
Un’altra vittoria per il Nuovo Centro Destra è stata quella sulla prescrizione, visto che il Partito è riuscito ad ottenere che se ne discuta a Montecitorio, dove è in corso l’esame de disegno di legge sulla materia.

Per quanto riguarda le reazioni all’accordo raggiunto nella maggioranza, ovviamente è stata espressa soddisfazione dal PD e dalle altre forze che sostengono il Governo, mentre Forza Italia, che ha espresso delle riserve su quanto emerso dal vertice, ha comunque fatto presente che è pronta a discutere in modo costruttivo del contenuto del decreto anti-corruzione non appena questo arriverà in Commissione.
Infine, per quanto riguarda la tempistica di approvazione, l’intenzione del Governo sarebbe quella di approvare la legge entro la fine del prossimo mese e da fonti governative si è fatto presente che la volontà dell’esecutivo è quella di far procedere l’esame di questo testo, che inizierà a Palazzo Madama, in contemporanea a quello sul processo penale, in corso a Montecitorio.

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