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Gerusalemme: 4 morti in un attacco ad una sinagoga

L’attentato è avvenuto in un luogo di culto della religione ebraica situato a Gerusalemme nel quartiere di Har Nof: secondo le prime ricostruzione due palestinesi si sono introdotti nella sinagoga e hanno aggredito le persone che si trovavano all’interno a colpi di pistola e con armi da taglio. Secondo la polizia le armi utilizzate sono state dei coltelli ed una mannaia. Il bilancio provvisorio parla di quattro morti e una decina di feriti, di cui alcuni versano in gravi condizioni. I due autori dell’attentato sono stati uccisi dalla polizia israeliana intervenuta sul posto.

Hamas, secondo quanto riferito da alcuni siti internazionali, avrebbe assunto la paternità dell’azione e avrebbe giustificato l’azione definendola una reazione agli ultimi scontri avvenuti nei pressi della Spianata delle Moschee e a quello che secondo i palestinesi è stato l’omicidio di un lavoratore palestinese che lavorava per una ditta israeliana e che secondo le autorità del Paese della stella di David si sarebbe invece tolto la vita.

Ovviamente, durissime le reazioni che sono giunte e che continuano a giungere del mondo politico israeliano. Il primo a commentare l’accaduto è stato il primo ministro Netanyahu, il quale ha bollato l’azione come

“un crudele omicidio di persone di fede ebraica che volevano pregare e che hanno perso la vita a causa di spregevoli assassini”.

Le autorità non hanno dubbi sulla matrice dell’attacco, anche se per ora non è arrivata una rivendicazione diretta da parte di uomini di Hamas. Tuttavia il premier stesso ha attaccato tutti gli esponenti del mondo palestinese, da Hamas fino ad Abu Mazen, accusato di non fare nulla per fermare la violenza contro gli israeliani.

Il premier israeliano ha assicurato che il sangue versato non rimarrà impunito e che la risposta militare che Hamas dovrà attendersi sarà durissima. Secondo alcuni analisti, una risposta con bombardamenti aerei potrebbe concretizzarsi già nelle prossime ore.

Da parte dell’amministrazione americana è giunta una condanna per quanto avvenuto e Kerry, rivolgendosi direttamente ai vertici palestinesi ha chiesto un concreto impegno a fermare la spirale di sangue che rischia nuovamente di accendere il conflitto tra le parti.

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