Misteri

Il mistero delle sfere “aliene” che popolano i nostri oceani

Oltre un secolo di ricerca non è riuscito a svelare il mistero sul quale si arrovellano scienziati di tutto il Pianeta: cosa sono quelle misteriose sfere di varie dimensioni che si trovano sul fondo degli oceani della Terra?

Si tratta di noduli di manganese, ma finora è stato impossibile capire cosa sono esattamente e soprattutto come si formano. Vennero scoperti nel 1873 ,ma ad oggi è stato accertato soltanto che queste sfere che si trovano a milioni sui fondali dei vari oceani sono composte da diversi metalli.
Di recente ne è stata scoperta una grande distesa anche sul fondo dell’Atlantico e questo ritrovamento potrebbe dare una grossa spinta alla ricerca per capire con precisione cosa siano tali noduli.
Un’equipe di scienziati tedeschi è incappata quasi per caso nel mistero delle sfere di manganese; il gruppo di studiosi si trovava a bordo di un’imbarcazione di ricerca, la “RV Sonne“, a qualche centinaio di chilometri ad est delle isole Barbados. La rete della barca, gettata in acqua per ripescare alcune specie marine, quando è stata tirata su presentava alcuni noduli dalla strana consistenza, che hanno incuriosito i ricercatori. Grazie ad una telecamera, l’equipe ha scoperto che il fondale sotto di loro era letteralmente rivestito di queste sfere, le cui dimensioni sono variabili: le più piccole sembrano  palline da golf, mentre le più grandi hanno la dimensioni di una palla da bowling.

I primi studi effettuati poco dopo la scoperta a fine 800′  hanno rivelato che queste palline crescono fra 1 e 5 millimetri ogni milione di anni, ciò significa che le più grandi potrebbero avere un’età di circa una decina di milioni di anni. Con l’ultima scoperta nell’oceano Atlantico, dove si pensava che tali noduli non fossero presenti, ora sappiamo che le sfere di manganese si trovano in tutti gli oceani del pianeta e la quantità più elevata è stata individuata nell’oceano Pacifico.
In genere sono collocate ad una profondità di circa 5 mila metri e secondo una delle ipotesi formulate da chi ha studiato il fenomeno, le sfere avrebbero a che fare con reazioni chimiche alimentate dai microbi presenti nei fondali marini. Ma ci sono diverse ipotesi: secondo il parere di altri esperti, infatti, si sarebbero formate in seguito alla precipitazione nel mare di metalli provenienti da eruzioni vulcaniche. I noduli sono costituiti in larga parte da manganese, ma presentano pure altri metalli quali zinco, cobalto, rame e ferro.

A partire dal 1970 sono state prese in considerazione come una fonte possibile di materie prime, ma le grandi profondità nelle quali sono situate e le difficoltà a livello tecnico hanno impedito finora di elaborare un piano per il loro recupero e sfruttamento. Non vanno sottovalutati, inoltre, i potenziali danni a livello ambientale provocati da un loro eventuale sfruttamento. I noduli di manganese sono estremamente interessanti non solo come fonti di materia prima, ma anche in termini scientifici, poiché si possono ritenere una sorta di archivio sia ambientale che climatico. Essendo formati da strati sovrapposti, in ogni strato sono contenute informazioni di un determinato periodo; data la lentezza della loro crescita, si può ricavare una vera e propria storia climatica della Terra.
Grazie agli ultimi ritrovamenti nell’Atlantico, gli studiosi avranno l’opportunità di analizzare più nel dettaglio le sfere di manganese per capire con esattezza in che modo si sono formate, e dalla loro origine si potranno trarre preziose informazioni su quelli che sono stati i cambiamenti a livello climatico avvenuti nel nostro Pianeta.

Misteriose sfere di metallo trovate in fondo all’oceano

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