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Incidente di Roma: già fuori uno dei due giovani pirati. Insorge il centro-destra

È ancora indelebilmente vivo il ricordo, in chi ha assistito direttamente alla scena, ma anche nelle persone che hanno appreso la notizia  semplicementein televisione, della vicenda della vettura che a Roma ha travolto diverse persone alla fermata dell’autobus, provocando la morte di una donna filippina 44enne. Oltre a quest’ultima, sono state 4 le persone rimaste sull’asfalto mentre l’auto pirata, una Lancia Lybra, si allontanava a velocità folle inseguita dalla polizia. Nella fuga sono state investite altre due donne, una delle quali si trovava a bordo di un motorino.

Tre gli individui a bordo, due dei quali hanno abbandonato il veicolo per proseguire la fuga a piedi. Dei tre, uno è stato subito arrestato; si è trattato di una ragazza 17enne. Gli altri, rispettivamente di 17 e di 19 anni, sono riusciti a far perdere le tracce, venendo fermati solo qualche giorno dopo. I tre pirati della strada facevano parte del campo della Monachina, fatto che ha scatenato numerose polemiche tra gli abitanti della Capitale, alcuni dei quali, vittime dell’esasperazione, non hanno fatto mancare neppure frasi volte al razzismo e minacce ai Rom che hanno scelto Roma come città di residenza. Ad aver favorito la cattura dei fuggitivi è stato anche l’appello rivolto dalla madre (i due responsabili sono fratelli), che ha chiesto loro di tornare e di presentarsi alla Polizia per chiarire quanto era successo la sera dell’incidente. Oltre alla madre, nei giorni precedenti al ritrovamento, anche gli altri familiari dei presunti assassini avevano chiesto perdono alle famiglie delle vittime.

Ad intervenire in merito a questo fatto di cronaca che ha sconvolto la Capitale, è stato il sindaco, ossia Ignazio Marino, che ha anche deciso di visitare in ospedale le persone ferite. Marino ha subito dichiarato come fosse essenziale la cattura e l’intervento della giustizia italiana per punire duramente quanto effettuato, definendo gli autori come delle persone indegne di far parte della società. L’arresto dei due giovani è avvenuto dopo giorni di perquisizioni effettuate nei diversi campi nomadi.
Ma ora è arrivata una novità in merito al 19enne arrestato, Samuele. Il Gip, infatti, ha deciso di far tornare in libertà quest’ultimo dopo la conclusione dell’interrogatorio di garanzia; questo pur convalidando il fermo. Il fratello, invece, per ora rimane in carcere (nell’istituto per la detenzione minorile di Casal del Marmo). Ma a rimanere dietro alla sbarre è anche la moglie del diciassettenne.

È stato l’avvocato di Samuele a far chiarezza sul provvedimento preso dal giudice. All’uscita da Regina Coeli, ha confermato come il suo assistito abbia confermato la storia già raccontata dal fratello. La versione è stata ritenuta credibile dal Giudice, in quanto non esistono differenze rilevanti. Il legale ha voluto anche indicare come il ragazzo abbia pianto per tutto il tempo dell’interrogatorio. La scarcerazione, però, non ha trovato, come era prevedibile, tutti d’accordo. Gasparri, ad esempio, ha affermato che quanto deciso dalla magistratura sia vergognoso. L’esponente del centrodestra lo ritiene un vero e proprio schiaffo ai parenti della vittima, oltre a quelli delle persone ferite. Contraria al provvedimento si è detta anche Deborah Bergamini, deputata di Forza Italia, che ha voluto ricordare come gli imputati non si siano affatto pentiti di quanto fatto, nascondendosi per diversi giorni senza l’intenzione di farsi trovare. Questa posizione è stata confermata anche dalla Lega, che ha definito la scarcerazione incomprensibile e difficile da accettare.

 

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