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L’austerity al tempo di Papa Francesco: abbigliamento low-cost e più improntato alla sobrietà per il clero

SOBRIETÀ E STILE ESSENZIALE – Non sono passati nemmeno due anni dalla proclamazione a sommo Pontefice di Jorge Bergoglio che, in Vaticano e dintorni, si respira un’aria nuova: anche per quanto riguarda un aspetto solo apparentemente secondario quale è l’abbigliamento delle cariche religiose, a partire dai vescovi fino ad arrivare ai sacerdoti.

Nelle boutique specializzate i capi extra-lusso rimangono invenduti e la richiesta si orienta sempre più verso paramenti liturgici e tessuti improntati alla semplicità e al risparmio, senza eccessive personalizzazioni come accadeva fino al recente passato. La parola d’ordine nelle principali sartorie ecclesiastiche è diventata ‘sobrietà‘: e questo si riflette anche nel modo di vestire dei prelati che, fedeli allo stile improntato all’essenzialità introdotto da Papa Francesco, cercano articoli economici e non badano più tanto alla qualità di tessuti e alla lavorazione.

BOUTIQUE EXTRA-LUSSO IN CRISI – Il fenomeno è abbastanza evidente: basta fare un giro nelle principali sartorie della Capitale che, in vista del Concistoro previsto per il prossimo febbraio, hanno registrato questa inversione di tendenza nella richiesta dei paramenti religiosi.

La clientela predilige capi a buon mercato, ben conscia che il Pontefice non è amante del lusso e dell’ostentazione di abiti troppo pregiati: di conseguenza, lo stesso prezzario è stato rivisto al ribasso per venire incontro alle nuove esigenze. Tra i titolari di alcune di queste boutique, nonostante l’apprezzamento per quel modello di Chiesa più vicina ai poveri voluto da Bergoglio, serpeggia un po’ di malumore:

‘Lui è un Papa straordinario, ma questa austerità fa passare in secondo piano tutto quel patrimonio rappresentato dalla tradizione artigiana della sartoria ecclesiastica’.

Addio quindi a mozzette ed ermellini di finissima lavorazione: in tempi di crisi, anche nella scelta dell’aspetto esteriore, il clero segue sempre di più l’esempio del ‘poverello di Assisi’, di cui l’attuale Papa non a caso porta il nome.

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