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La Cassazione riapre nuovamente il caso della piccola Matilda

La Cassazione ha annullato l’ordinanza di non luogo a procedere emessa dal giudice per le indagini preliminari, Paolo Bargero, che di fatto aveva chiuso le indagini per la morte della piccola Matilda. Il GIP in data 3 giugno 2014 aveva ordinato alla procura di Vercelli, che non essendoci indizi sufficienti per procedere all’imputazione dell’allora compagno della madre Antonio Cangelosi, l’indagine doveva essere archiviata.

La richiesta al GIP era stata avanzata dalla procura, dopo l’assoluzione della madre della piccola, Elena Romani. Di fatto Matilda era morta per le sopraggiunte lesioni provocate, a quanto accertato dall’autopsia, da un forte colpo alla schiena, colpo che provocò lo schiacciamento di alcuni organi interni (fegato e reni in special modo).

Durante le fasi precedenti alla sua morte, la piccola era in compagnia solamente della madre e dell’allora suo compagno. Il processo accertò che la madre nei momenti antecedenti la morte della piccola era fuori dall’abitazione. L’assoluzione della donna indirizzava, di fatto, le indagini verso l’uomo, ma la decisione del GIP non aveva permesso la prosecuzioni delle indagini, nei confronti dell’allora partner di Elena Romani.

Avverso alla decisione vi era stato il ricorso dei legali della Romani, essi si dicono convinti della colpevolezza del Cangialosi. Adesso la suprema corte, annullando l’istanza di non luogo a procedere, ha di fatto riaperto le indagini su una morte, che dopo 10 anni solleva ancora molti dubbi e perplessità. Il fascicolo nei prossimi giorni tornerà alla procura di Vercelli per essere esaminato nuovamente da un nuovo giudice. Il nuovo GIP deciderà se quelle indagini sull’uomo devono o meno proseguire, o se la morte di una piccola di 23 mesi rimarrà per sempre senza un colpevole.

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