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Liberati e rimpatriati i giornalisti di Report sequestrati in Congo

Questa mattina all’alba, alle 4.30, i due giornalisti della trasmissione Rai Report sono atterrati a Fiumicino, dopo aver viaggiato per 38 ore. La notizia battuta dalle agenzie e diffusa dalla redazione della testata televisiva comunica la liberazione, ma del sequestro di Luca Chianca e Paolo Palermo nessuno sapeva niente. La segretezza era stata richiesta dalla diplomazia italiana impegnata per la liberazione dei due inviati. Si erano recati in Congo per un’inchiesta legata a presunte tangenti dell’Eni in Nigeria. Avevano incontrato e intervistato Paolo Ottonello, un imprenditore italiano. Successivamente i servizi segreti congolesi hanno fatto irruzione nel loro albergo, situato a Point Noir, sostenendo che fossero entrati nel paese senza visto giornalistico. Chianca e Palermo sono stati portati nella sede della Direzione della Sorveglianza del Territorio dove sono stati rinchiusi in una piccolissima stanza invasa dagli insetti per tre giorni e due notti. Sono stati costretti a rimanere seduti su sedie di plastica per tutta la permanenza. Questo aspetto è stato riferito dal Corriere della Sera. Le autorità italiane hanno trattato con i colleghi congolesi concordando che in cambio della liberazione dei due giornalisti fossero mantenute sotto sequestro tutte le apparecchiature. I due hanno lasciato lo Stato africano senza cellulari, computer e telecamere. Nelle mani dei servizi di sicurezza del Congo è rimasto anche il materiale girato durante l’intervista a Ottonello. L’imprenditore ha molteplici affari e una certa influenza dovuta anche al fatto che ha sposato una delle figlie del Presidente della Repubblica congolese, Sandrine. Chianca e Palermo stavano seguendo il lavoro della Procura di Milano che ha aperto un fascicolo sullo sfruttamento del giacimento Opl 245 in Nigeria per cui sono indagati gli ex manager di ENI Scaroni e Descalzi.