Misteri

Luna: basi segrete nelle foto misteriose “rubate” dall’hacker inglese più ricercato del Mondo

La Luna è il corpo celeste più vicino alla Terra ed è sempre stata capace di affascinare l’uomo. Si pensa ormai di sapere tutto sul nostro satellite ma, a dispetto della relativa vicinanza, sono ancora diversi i misteri che l’ avvolgono, in particolare il suo rapporto con l’essere umano.
Mentre in tanti nutrono ancora dei dubbi circa il fatto che l’uomo abbia realmente posato i piedi sulla sua superficie, emergono altri elementi misteriosi e poco chiari. L’ultimo riguarda delle foto del satellite che non sono mai state mostrate e della cui esistenza si dice sicuro un Britannico che avrebbe hackerato i computer delle agenzie di intelligence. Il motivo del suo attacco? La convinzione che tali strutture governative avessero avuto la possibilità di accedere a tecnologia di tipo extraterrestre.

La prima esplorazione lunare risale al 1964, quando la sonda denominata “Ranger 7” fu inviata per scattare fotografie della luna ad elevata risoluzione. L’esito della missione fu positivo, poiché le foto scattate dalla sonda furono oltre 4 mila, per l’esattezza 4316. Alcune fra queste fotografie, secondo alcuni esperti, però non sarebbero  mai state mostrate. Perché?
L’autore di “L’apocalisse della coscienza“, Jason Martell, avanza l’ipotesi che parte di queste foto sarebbero state tenute nascoste poiché mostrano la presenza sulla superficie del satellite di strutture artificiali.
A rafforzare le convinzione di questi  ricercatori alternativi  sono state le scoperte fatte dall’hacker britannico, Gary McKinnon, all’alba degli anni Duemila. L’uomo venne arrestato nel mese di Marzo del 2002 da Scotland Yard per aver violato circa un centinaio di sistemi informatici, fra cui quelli della Nasa, dell’Esercito e della Marina americani. Oltre ad aver violato tali sistemi, McKinnon ha scaricato una gran quantità di dati secretati, tra i quali alcuni che contenevano informazioni mai rivelate circa l’attentato del 2001 alle Twin Towers. Per afferrare la portata del suo attacco ai sistemi informatici americani – ritenuto il più grande di tutti i tempi – basta dire che se la richiesta da parte degli Stati Uniti per la sua estradizione venisse accettata, a McKinnon potrebbe essere inflitta una condanna di circa 70 anni di carcere.
La tecnologia extraterrestre a cui le strutture governative hanno avuto accesso, secondo McKinnon, sarebbe in grado di garantire energia pulita, e soprattutto libera, all’intera umanità. E alcune immagini rinvenute dall’hacker britannico durante il suo attacco sembrerebbero supportare la tesi: una delle foto, infatti, mostrava sopra l’emisfero settentrionale un oggetto a forma di sigaro di dimensioni notevoli. Tuttavia, a causa della grandezza del file, McKinnon non è riuscito a salvarlo sul proprio computer e poco dopo ha perso la connessione, e con essa pure la sorprendente foto.

Ma l’hacker ha scovato anche diversi documenti con liste di funzionari accanto ai quali era riportata la singolare dicitura “ufficiali non terrestri“: a chi si riferiva tale qualifica? Secondo McKinnon non si tratta di ufficiali alieni, ma più presumibilmente di ufficiali dislocati su basi che non si trovano sulla Terra; in sostanza, sempre secondo il pensiero di McKinnon, la Marina americana potrebbe contare su delle astronavi che avrebbero delle basi sulla Luna. Una teoria sorprendente che potrebbe però non essere campata totalmente in aria e la conferma involontaria a tale ipotesi potrebbe addirittura arrivare dall’ex Presidente degli Usa Ronald Reagan. In una nota sul proprio diario personale scritta l’11 Luglio del 1985, infatti, il l’ex attore parla di un pranzo avvenuto con un gruppo di scienziati e da lui definito “molto interessante“, anche perché durante quell’incontro scoprì che una navetta è in grado di portare in orbita all’incirca 300 persone. Un numero davvero esagerato, se si pensa che gli Space shuttle dell’epoca, in realtà, avevano equipaggi di appena otto persone e sommando tutti i componenti degli equipaggi dei vari space shuttle disponibili, non si sarebbe mai raggiunta la cifra di 300 persone contemporaneamente in orbita.

Ecco, dunque, che l’appunto di Reagan porta a pensare all’esistenza di un programma di sviluppo di astronavi la cui capacità era decisamente superiore a quella di uno shuttle. Cosa si cela, dunque, nelle foto della Luna che non sono mai state mostrate? Forse l’avamposto militare che gli Stati Uniti avevano intenzione di costruire fin dagli anni ’60, quando la corsa allo spazio era appena cominciata? Il nome della struttura era “Project Horizon” e chissà che non sia proprio questo ciò che gli americani vogliono nascondere. Per fortuna di McKinnon, la richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti è stata respinta dall’Inghilterra nel 2012, dopo dieci anni di tormentate vicende giudiziarie.

 

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