AttualitàCultura

L’uomo più vecchio di 700 mila anni? Il manufatto di Lomekwi racconta di un ominide costruttore già 3,3 milioni di anni fa

Una scoperta chiave per capire meglio le origini della specie umana

Il ritrovamento di numerosi manufatti appartenenti al settore litico, circa 150 pezzi, avvenuto durante gli scavi del 2012, è stato considerato un evento chiave per indagare sulle capacità cognitive degli ominidi. Il 2012 ha segnato una tappa davvero importante: lo strumento più antico, dopo anni di lavoro, è finalmente rinvenuto.

Questo oggetto viene fatto risalire a 3.3 milioni di anni fa. Secondo gli studi più recenti, sarebbe appartenuto a un gruppo di ominidi, le cui abilità cognitive hanno determinato la nascita di strumenti dalle caratteristiche piuttosto affilate. Gli eminenti studiosi Chris Lepre e Sonia Harmand, esperti nel campo della geologia e dell’archeologia, hanno confermato che questo strumento risale sicuramente ad un periodo particolare nel quale è avvenuta l’evoluzione cerebrale di questa specie ominide. Le capacità di tipo manuale corrispondono a quella data, sebbene esistano ancora dubbi e incertezze.
Diversi metodi geoarcheologici, tra i quali il Potassio-Argon, sono stati impiegati per risalire alla datazione e al contesto climatico. La metodologia adottata si è basata su due tecniche importanti: l’analisi di uno strato di cenere vulcanica e lo studio approfondito attraverso il paleomagnetismo dei minerali. L’impegno e il lavoro degli esperti hanno permesso di scoprire alcuni elementi rilevanti: il primo dato ha confermato che la specie vissuta in quel periodo apparteneva al gruppo Kenyanthropus platytops, ossia la specie più vicina al genere Homo e una ricerca più mirata ha stabilito che questo ominide è stato, di sicuro, un discendente dell’Australopithecus afarensis.

Le ricerche, inoltre, hanno potuto approfondire i fattori che hanno condizionato l’evoluzione della specie. La nascita coincide col cambiamento climatico, infatti, la crescita di una folta vegetazione determina la diffusione di grandi praterie savane e l’evoluzione di animali di grande dimensione. Gli ominidi, per cibarsi, sono costretti ad adattarsi e lo fanno realizzando strumenti affilati capaci di tagliare la carne, ottenuti battendo le pietre l’una contro l’altra. Tra questi oggetti nasce il manufatto litico di Lomekwi che segna un passo avanti negli studi già inerenti l’evoluzione della specie umana. Il ritrovamento di questo strumento eccezionale si collega alla scoperta di un cranio di Kenyanthropus platytops e a diversi frammenti di osso che coincidono con lo stesso periodo e che sono stati trovati nei dintorni. Chi abbia creato tale strumento è ancora centro di numerose ricerche e discussioni. Gli studi hanno confermato con certezza che la datazione è compresa tra 3.33 e 3.11 milioni di anni fa.

Oggi sono ancora tanti i dubbi e le domande, tuttavia il ritrovamento di questo manufatto lascia ancora la strada aperta a geologi e archeologi affascinati dalla storia dei manufatti litici. Gli scavi proseguono per portare delle chiarezze e aggiungere pezzi per completare il puzzle della storia dell’evoluzione umana.

Leave a Response