Cronaca

Omicidio di Noemi: i Carabinieri cercano la parte mancante dell’arma del delitto

SI CERCA L’ARMA DEL DELITTO – Si arricchisce di nuovi particolari quello che è uno dei casi di cronaca più mediatizzati di questo ultimo scorcio di estate, vale a dire l’omicidio della 16enne Noemi Durini, la ragazza originaria di Specchia (Lecce) uccisa il 3 settembre scorso dal suo fidanzato e il cui cadavere è stato ritrovato solamente dieci giorni dopo.

Nella giornata di ieri sono stati celebrati nel suo paese natale i funerali, ai quali ha partecipato una folla commossa e nel corso dei quali la madre della vittima ha rivolto un appello a tutti i coetanei di Noemi ad evitare l’odio, affermando che “l’odio porta violenza”: intanto, gli inquirenti che si occupano del caso hanno desunto dall’autopsia che mancherebbe una parte dell’arma usata dal 17enne reo confesso per il delitto. Una punta del suddetto coltello è stata ritrovata nella nuca di Noemi e, per questo motivo, sono state disposte nuove perquisizioni dal momento che il ritrovamento del coltello è considerato fondamentale.

LA RICOSTRUZIONE CHE NON CONVINCE – Il pm del Tribunale per i minorenni che segue l’indagine ha disposto ieri una nuova perquisizione nell’abitazione dell’assassino, alla ricerca dell’arma: il diretto interessato, al momento della confessione del crimine, aveva ammesso che il coltello si era effettivamente spezzato dopo aver colpito Noemi, ma non convince pienamente gli inquirenti la versione secondo la quale il corpo contundente poi sarebbe stato nascosto dal giovane sotto la maglietta e successivamente nascosto in un’area di campagna di cui non ricorda l’ubicazione.

Quello che, all’apparenza, sembra un dettaglio secondario in realtà può rivelarsi decisivo dato che l’assassino ha sempre sostenuto che, quel giorno, a portare il coltello da casa fosse stata Noemi, intenzionata (a suo dire: anche se questa versione contiene delle lacune) a uccidere i genitori del fidanzato, da sempre contrari alla loro relazione.