Italia

Ritardi Pfizer: le difficoltà nel piano vaccinale italiano

La Pfizer ha annunciato una forte riduzione delle dosi di vaccino anti-Covid. Ora e fino a metà febbraio, le Regioni italiane si trovano in grande difficoltà, quindi, il piano vaccinale rischia di subire un forte rallentamento. A dare l’allarme è la Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. A reggere, per il momento, sono Lazio, Toscana e Piemonte.

Ritardi Pfizer: ecco cosa sta succedendo

La campagna vaccinale italiana sembrava partita con le migliori intenzioni, ma l’inaspettato blocco di Pfizer ha generato non pochi problemi. Da giorni si sta consumando un estenuante braccio di ferro tra il servizio sanitario nazionale e la casa farmaceutica.

Anche se vi sono, ad oggi, minacce di azioni legali e preghiere di fedeltà al patto da parte del Ministro della Salute, Roberto Speranza, la situazione non è ancora cambiata. La questione è ancora al vaglio dell’Avvocatura di Stato, ma intanto le dosi stanno finendo e la diminuzione del 29% pesa sulle Regioni.

La Pfizer, autonomamente, ha deciso di ridurre la consegna settimanale prevista senza alcuna comunicazione ufficiale. Pertanto le dosi, in Italia e altri stati Europei, è diminuita nella misura di 165 mila dosi. La situazione non sembra migliorare nel breve periodo, infatti, fino a metà febbraio potrebbero non essere rispettati i patti da parte del colosso farmaceutico.

Ritardi Pfizer: la situazione regionale

Domenico Arcuri, in questi giorni, ha espresso serie preoccupazioni per la faccenda. Ha dichiarato che questa asimmetria porterà ad accentuare delle differenze tra le Regioni che, per ora, stanno continuando a vaccinare.

Ad essere salvate dai tagli sono state Abruzzo, Marche, Molise, Basilicata, Valle d’Aosta e Umbria. A richiedere aiuto, invece, è il Veneto che ha visto diminuire le scorte del 53% e sono a rischio i richiami.

Anche l’Emilia Romagna si trova a fare i conti con 25740 dosi in meno e si spera in un riequilibrio nella distribuzione vaccinale. La Lombardia resterà senza dosi fino a marzo, quindi, malati cronici e over 80, per ora, restano fuori dal piano vaccinale.

Il Piemonte ha ben 5.850 dosi in meno, ma Alberto Cirio, presidente della Regione ha dichiarato:

«Il ritardo nelle consegne di Pfizer non ci ha fermati e non incide in alcun modo sulla nostra campagna vaccinale contro il Covid» 

Il Piemonte è arrivato all’89,5% di dosi somministrate. La campagna procederà con la somministrazione del vaccino agli over 80, fase prevista dal 30 gennaio. Inoltre, a fine mese, arriverà il vaccino Astrazeneca, conservabile nei normali frigoriferi e che verrà somministrato anche dai medici di base e dai farmacisti.