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Un aiuto dalla Cina: è in arrivo il terzo team medico

Il mondo aiuta l’Italia a superare l’emergenza Coronavirus ed è scattata una gara internazionale per inviare materiale indispensabile, personale medico e strumentazione ospedaliera per riuscire a dare un supporto concreto al nostro Paese, stremato dall’emergenza soprattutto sanitaria. Proprio in quest’ottica è partito questa notte dalla Cina, e precisamente dal Fuzhou Changle International Airport di Fujian, il terzo carico di aiuti sanitari destinato ad atterrare a Milano nel primo pomeriggio. L’aereo cargo porta un carico di otto tonnellate di materiale che comprende 30 ventilatori polmonari, 3.000 schermi facciali, 20 set di monitor sanitari, 300.000 mascherine sanitarie e 20.000 della tipologia N95 e, infine, 3.000 tute protettive.

Quello cinese, però, non è l’unico in arrivo in Italia da nazioni amiche. Nei giorni scorsi era già atterrato un aereo russo, il quindicesimo Ilyushin Il-76 delle Forze Aerospaziali Russe, che ha portato a Pratica di Mare attrezzature mediche per la diagnosi del Coronavirus e materiale di disinfestazione di ambienti e di attrezzature. In una recente intervista rilasciata dal ministero della Difesa russo al sito Interfax è stato chiaramente detto che a breve dovrebbero arrivare altri aiuti per dare un po’ di sollievo agli ospedali italiani.

Nell’ultima settimana in Italia è sbarcata anche quella che è stata definita la Brigata Cubana, un gruppo di medici provenienti dall’isola del Centro America che è venuto a dare il suo contributo per supportare il personale medico delle zone più colpite dall’epidemia. La Brigata è destinata ad operare nell’ospedale da campo di Crema, gestito dall’Asst Crema e dall’Esercito, che prevede 32 posti letto e tre terapie intensive. Il sindaco della città, Stefania Bonaldi, ha dichiarato che il gruppo di medici cubani si integreranno con il personale italiano già destinato alla struttura di emergenza e con le loro competenze potranno essere non solo un valido aiuto ma potranno anche dare il cambio al personale già operativo che ormai è stremato dai turni massacranti anche di 72 ore consecutive.