Cronaca

Alessandria: ex poliziotto commette un duplice omicidio e poi si suicida, era legato alla Santeria

Ad una caserma della polizia di Genova arriva intorno alla mezzanotte una telefonata, fatta dal 60enne Giancarlo Bossola, poliziotto in pensione, che dopo essersi qualificato comunica che a casa sua c’è una donna uccisa e che continuerà ad uccidere.

Quando i poliziotti arrivano in Via Pascoli, ad Alessandria, trovano la vittima in camera da letto. Si tratta di una donna cubana, forse sentimentalmente legata all’ex poliziotto, e come lui adepta di una setta religiosa molto attiva nell’isola di Cuba, la Santeria. I poliziotti svolgono le necessarie indagini ed accertano che la donna potrebbe essere stata strangolata o soffocata, ma solo l’autopsia potrà determinare esattamente la causa della sua morte.

Dalle indagini emerge anche che la donna cubana sosteneva di essere una medium, in grado di ricevere ordini dalle divinità. Nella casa viene trovata anche una lettera scritta da Giancarlo Bossola, nella quale si parta apertamente dei due delitti e del successivo suicidio, fatti che sono da collegarsi ad una non meglio specificata “volontà divina”.

La segnalazione che porta alla scoperta della seconda vittima arriva dopo poche ore; nei pressi di Finale ligure, sulla autostrada Genova – Ventimiglia c’è un’auto che sta bruciando, e dentro all’auto ci sono due corpi; il primo è proprio quello dell’ex poliziotto, mentre il secondo è quello di una donna, di nazionalità italiana, che era sia la badante di un parente di Giancarlo Bossola, che legata a lui sentimentalmente.

Secondo la ricostruzione dei fatti, dopo aver ucciso la donna cubana, Bossola, utilizzando un’auto che aveva preso a noleggio circa una settimana prima, ha raggiunto Genova ed ha successivamente ucciso la badante per dare poi fuoco all’auto suicidandosi. Secondo quanto l’ex poliziotto ha scritto nella lettera, l’accaduto sarebbe un “segno del destino“, che lui era incaricato di compiere e che gli era stato comunicato proprio dalla sua prima vittima.

Nella lettera l’ex poliziotto, riguardo alla sua affiliazione alla Santeria, riferisce anche di avere un “padrino” sull’isola di Cuba. Alcuni vicini, come una signora che aveva avuto anche un passaggio in auto da Giancarlo Bossola, lo descrivono come una persona tranquilla che viveva solo, anche se frequentava diverse donne, una della quali dalla descrizione, era proprio la donna cubana prima vittima di questa tragedia.

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