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Ancora morti sull’Himalaya: una valanga travolge un italiano e un tedesco

Le montagne dell’Himalaya hanno reclamato ancora due vittime, il tedesco trentaseienne Sebastian Haag ed il trentaduenne italiano Andrea Zambaldi. A causare la morte dei due alpinisti è stata una valanga che si è staccata sullo Shisha Pangma, una montagna dell’Himalaya. Insieme a loro si trovava un altro alpinista tedesco, Martin Maier, che è invece è riuscito a salvarsi.

Ufficialmente i due alpinisti risultano dispersi, ma le speranza di riuscire a salvarli sono praticamente nulle. I tre facevano parte della “Double 8 Expedition”, che stava tentando un record, quello di scalare in appena una settimana due montagne alte più di ottomila metri, lo Shisa Pangma, dove è avvenuto l’incidente mortale, ed il Cho Oyu, che si trova a circa 170 chilometri di distanza, che gli alpinisti avrebbero raggiunto utilizzando le loro mountain bike.

La valanga è avvenuta nella mattinata di ieri, mentre gli alpinisti si trovano ad una quota di quasi 8000 metri, ed ha travolto la cordata, con i due primi scalatori che sono stati portati via, mentre il terzo, Maier, è riuscito a mettersi in salvo.

L’allarme è stato dato immediatamente dai componenti di un’altra cordata che si trovava nelle vicinanze, lo svizzero Ueli Steck ed il tedesco Benedikt Bôhm, che subito dopo hanno tentato di raggiungere la zona dove è avvenuta la valanga per portare soccorso. Purtroppo, dopo aver tentato per 4 ore di ritrovare i loro compagni si sono dovuti arrendere.

Il terzo alpinista, Martin Maier ha raggiunto il campo 3, dove stamani alcuni sherpa lo hanno raggiunto. La notizia dell’incidente che ha coinvolto Zambaldi e Haag, è stata riportata anche sul sito dedicato alla spedizione, nel quale è ancora possibile leggere l’ultimo post che martedì sera era stato scritto, in lingua inglese, da Sebastian Haag, nel quale è scritto

“È duro battere la pista, ma ogni 15 minuti cambiamo turno. La strada è ancora lunga”.

L’alpinista italiano, Andrea Zambaldi era originario di Milano, ma si era poi trasferito a Bolzano dove lavorava in una azienda, come marketing manager.

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