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Dal 2015 il Canone Rai sarà quasi dimezzato: non si pagheranno più di 65 euro

Il Governo di Matteo Renzi starebbe lavorando per dar vita ad una piccola rivoluzione per quel che riguarda il canone Rai.

L’Esecutivo, consapevole delle gravissime difficoltà che sta attraversando il Paese e dell’elevato tasso di evasione del pagamento dell’imposta, ha scelto di compiere una scelta radicale volta a ridurre notevolmente l’importo da pagare.

Se per il 2014 l’imposta era pari a 113,50 euro per un anno di abbonamento, dal prossimo anno l’importo dovrebbe oscillare tra i 35 e i 65 euro annuali, a seconda del reddito percepito.
In questo modo, la Rai vorrebbe eliminare quasi completamente la piaga dell’evasione: la media nazionale si attesta intorno al 27 %, con punte che superano il 50 % in regioni come la Campania, la Sicilia e la Calabria.

La riduzione dell’importo del canone sarà resa possibile grazie all’aumento degli introiti provenienti dai settori di Lotterie e Giochi.
Secondo le indiscrezioni, altre risorse potrebbero provenire dal blocco dello sconto concesso a Mediaset e Rai per quel che riguarda il ricalcolo delle frequenze. In questo modo, l’erario dovrebbe incassare 140 milioni di euro complessivi, spalmati in sette anni.

Il nuovo canone sulle frequenze nascerà a causa dell’esigenza di rivedere completamente il quadro normativo. Con il passaggio dal segnale analogico a quello digitale terrestre, infatti, i contributi non saranno più legati al fatturato come in precedenza, andando invece a gravare sugli operatori di rete.

Il provvedimento sembra comunque essere destinato a suscitare la ferma reazione dell’AGCOM, deciso a tutelare Rai e Mediaset nonostante la protesta delle piccole emittenti, che sottolineano come la situazione di duopolio le penalizzi oltremisura, soprattutto per quel che riguarda i mancati introiti pubblicitari.

In ogni caso, la decisione del Governo sembra ormai essere irrevocabile. Il sottosegretario allo sviluppo Antonello Giacomelli ha quasi ultimato la bozza del decreto legge da presentare al Parlamento per la sua approvazione.
L’esecutivo punta ad approvare il decreto entro la fine del 2015; in ogni caso si prospetta uno slittamento in avanti dei termini per il pagamento del canone.

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