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George Floyd: aveva il Covid ma è morto per pandemia di razzismo

La morte dell’afroamericano George Floyd ha provocato in questi giorni uno stato di indignazione generale, dolore e voglia di rivalsa da parte della comunità afroamericana.

La morte di Floyd è stata filmata e tutto il mondo, in un modo o nell’altro, ha visto cosa è successo per 8,46 minuti. Il ginocchio del poliziotto che l’ha soffocato, ha risvegliato le coscienze degli americani e, ancora una volta, ha evidenziato le disuguaglianze tra bianchi e neri.

Il funerale e i presenti

I funerali di George Floyd si sono svolti presso il santuario della North Central University di Minneapolis. Tutti i presenti hanno mostrato sostegno alla causa afroamericana e Floyd, ormai, ne è un simbolo.

Durante la celebrazione sono stati molti i canti, la musica e i discorsi carichi di dolore e richiesta di giustizia. “I can’t breathe” è diventato lo slogan che sta muovendo le proteste di questi giorni che ancora non si placano.

Il funerale di Floyd è stato un evento storico e tutto il mondo segue la faccenda con estrema attenzione. La commemorazione è stata trasmessa in diretta da tutte le principali emittenti americane, tra cui Cnn e Fox News.

Tra le cinquecento persone ammesse, a causa delle restrizioni dovute al Coronavirus, figurano diversi attori e personalità politiche, Regina Hall, Kevin Hart, Tiffany Haddish, Tyler Perry e l’attivista Martin Luther King III. Presenti anche il sindaco della città, Jacob Frey, estremamente commosso, la senatrice Klobuchar e il governatore del Minnesota Tim Walz.

Le parole del reverendo

Il reverendo Al Sharpton ha dichiarato

“Ho visto molti americani di razze ed età differenti marciare insieme e alzare la loro voce insieme, siamo ad un punto di svolta”.

Inoltre si scaglia contro il Presidente Donald Trump che ha mostrato vicinanza alla famiglia ma poi ha richiesto l’intervento dell’esercito per reprimere le proteste.

Ecco le parole del reverendo

“Mai visto nessuno tenere una Bibbia così, ma mi piacerebbe che la leggesse. Non si può usare la Bibbia come strumento di propaganda”.

Sharpton conclude dicendo

“Quello che è successo a George Floyd è quello che accade ogni giorno nelle comunità d’America, è tempo per noi di prendere posizione, di toglierci quel ginocchio dal nostro collo“.