Cronaca

“Igor il russo”, il bandito aiutato nella latitanza: la Procura di Bologna indaga su una rete di connivenze

L’INDAGINE DELLA PROCURA – Conosciuto come “Igor il russo”, il 41enne Igor Vaclavic continua a essere latitante e c’è chi ipotizza che il responsabile di almeno due efferati omicidi sia oramai lontano dall’Italia: dopo che la gigantesca caccia all’uomo organizzata la scorsa primavera (e che aveva dato vita a una psicosi collettiva) in Emilia Romagna non aveva dato alcun frutto, l’attenzione mediatica sul caso era scemata.

Tuttavia, nelle ultime ore, la Procura di Bologna sta indagando su quella che si ipotizza essere una vera e propria rete, organizzata da diversi criminali locali, per favorire la fuga del malvivente e aiutarlo durante la latitanza. Al momento, secondo fonti giudiziarie vicine al tribunale felsineo, ci sarebbero cinque indagati che, in passato, avrebbero avuto proprio Igor Vaclavic, noto anche con l’alias di Norbert Feher, come punto di riferimento.

FAVOREGGIAMENTO DELLA LATITANZA – Insomma, gli inquirenti ritengono probabile che il killer non sia riuscito a scappare da solo e che, dopo aver lasciato una così vistosa scia di sangue alle sue spalle, non possa non essere stato aiutato. Tra gli indagati vi sarebbero dei criminali italiani noti alle forze dell’ordine ma anche alcuni Sinti che vivono in un campo nomade nei pressi di Ferrara: i nomi dei presunti complici non sono stati rivelati dalla Procura proprio per tenere il massimo riserbo sulla vicenda e dal momento che i cinque potrebbero essere a conoscenza degli eventuali, ultimi spostamenti di Vaclavic, se non addirittura del suo nascondiglio (ammesso che si trovi ancora nel nostro Paese).

Tra i reati contestati a coloro che farebbero parte di una rete criminale c’è pure lo spaccio di stupefacenti, peraltro compiuti proprio quando lo stesso Igor Vaclavic frequentava la suddetta comunità Sinti, prima di finire sulle prime pagine di cronaca nera e poi far perdere le sue tracce.