Cronaca

In carcere il presunto assassino dell’ex modella Irene Focardi, si tratterebbe del compagno

Era già a domiciliari, e ieri la misura cautelare è stata tramutata in detenzione, presso la struttura carceraria fiorentina di Sollicciano. Davide Di Martino ha assistito alla perquisizione della sua abitazione, insieme al suo avvocato, senza battere ciglio. Durante quella perquisizione sarebbero stati trovati gravi indizi sulla sua colpevolezza, e l’uomo è stato immediatamente tradotto in carcere, con l’accusa pesantissima di omicidio volontario e occultamento di cadavere.

Secondo la procura, è stato lui durante un eccesso d’ira a colpire ripetutamente l’ex modella 43enne, e a nascondere successivamente il suo corpo in un sacco di plastica nera. Ed è attorno a quei sacchi neri che si gioca l’arresto. Durante la perquisizione ne sono stati trovati di identici presso l’abitazione dell’uomo, e questa sembrerebbe essere la prova decisiva, su cui si basa il coinvolgimento dell’uomo e che lo ha portato dietro le sbarre.

Di Martino che si professa innocente, era già ai domiciliari per i maltrattamenti che nel passato aveva inflitto alla giovane donna, lei però continuava ad incontrarlo e questo secondo gli inquirenti l’ha portata alla morte violenta.

L’ex modella era scomparsa il 3 febbraio scorso, dopo essere uscita da casa dei genitori con i quali viveva dopo la separazione dall’uomo. Acclarato il suo incontro avvenuto in quella serata, con il presunto assassino, che però ha più volte dichiarato che la donna aveva lasciato la sua abitazione in serata, e di non averne avuto più notizie.

A fine marzo la svolta, vicino l’abitazione del Di Martino, era stato trovato un corpo, in avanzato stato di decomposizione, chiuso in un sacco nero. L’autopsia aveva confermato la morte violenta, con gravi lesioni alla testa e al torace. Il DNA ha poi confermato che il cadavere apparteneva alla Focardi.

Dalla scoperta all’arresto dell’uomo il passo è stato breve, ed adesso si aspetta la convalida della misura di custodia cautelare, da parte del Giudice per le indagini preliminari, che deve confermare la detenzione in regime di carcerazione preventiva, nei confronti dell’uomo.

Leave a Response