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Renault sotto tiro per falsi livelli di emissioni di CO2. Ma il Governo rassicura: nessuna frode

Dopo lo scandalo Volkswagen, si torna a parlare di emissioni e truffe ai consumatori. Nel mirino dei controlli stavolta c’è finita la Renault, storica casa automobilistica francese. Pare infatti che nelle ore scorse ci siano state delle perquisizioni all’interno degli uffici della nota azienda, cosa che ha immediatamente fatto crollare il valore delle sue quotazioni in Borsa.

Fonti provenienti dai sindacati, secondo l’Agence France Presse, rivelano che nei giorni passati gli investigatori abbiano perquisito gli uffici della Renault, dopo lo scandalo di pochi mesi fa relativo alle false emissioni della tedesca Volkswagen. Numerosi impianti della casa francese sono stati rivoltati a dovere dagli investigatori, i quali hanno sequestrato perfino dei computer appartenenti a dirigenti e impiegati di alto livello che lavorano nella sede di Lardy, zona che si trova a sud della città di Parigi.

I sindacati hanno specificato poi che il settore sul quale si sta indagando sia quello relativo all’omologazione e ai controlli dei motori. Ciò potrebbe essere collegato ai fatti dei motori dichiarati falsamente regolari dalla Volkswagen.

La Renault si è affrettata a rilasciare un comunicato per esprimere il proprio punto di vista in merito alla questione:

“la Direction Generale de l’Energie et du Climat (Dgec), interlocutore pilota della Commissione tecnica indipendente per conto del Ministero francese dell’Ecologia, ritiene fin d’ora che la procedura in corso non evidenzierebbe la presenza di un software truccato sui veicoli Renault”.

Inoltre, la casa automobilistica ha specificato di voler collaborare con gli inquirenti, dato anche il suo interesse relativo alle misure per preservare i cambiamenti climatici.
Nel frattempo poi, il Governo francese si è espresso tramite il Ministro dell’Ambiente, Ségolène Royal. Il Ministro ha negato l’esistenza di questo problema ambientalista all’interno della Renault e ha tranquillizzato i suoi azionisti. Pare che ci sia stata solo un’irregolarità relativa ai livelli di emissioni di CO2, ma non al punto da parlare di software illegale e frode.