CinemaTempo libero

“Star Wars”: un giornalista-scrittore fa luce sul successo della saga targata George Lucas

La battaglia di Yavin come l’Offensiva del Têt? L’audace parallelismo tra la celere saga fantascientifica “Guerre Stellari” e la guerra del Vietnam fu spesso oggetto di discussione. Lo stesso regista George Lucas ammetteva la possibilità di generiche influenze della politica americana del tempo sul suo primo film di successo planetario.

Ad aiutare a svelare questo interessante mistero cinematografico è oggi un libro di Chris Taylor, scrittore ed ex giornalista del diffusissimo magazine Time. Il saggio, dal titolo “How Star Wars Conquered the Universe”, getta una nuova luce proprio sui risvolti socio-politici delle avventure di Luke Skywalker, Leia Organa e Han Solo.

Le critiche del tempo, su una certa banalità di fondo di alcuni dialoghi e frangenti della saga, o su alcuni personaggi parzialmente stereotipati, non hanno intaccato quello che ancora oggi si dimostra un successo inarrestabile. “How Star Wars Conquered the Universe” si spinge anche oltre, spiegando alcuni curiosi retroscena.

Lucas, dopo aver raggiunto un buon successo con “American Graffiti”, aveva la ferma intenzione di concentrarsi sempre di più sulla guerra del Vietnam, già in corso. Sfruttando una maestria sempre più evidente, inserì la sua critica all’interventismo americano all’interno di un film di avventura fantascientifico. Il risultato fu un successo oltre ogni aspettativa, nonostante il fatto che il pubblico non fosse così pronto a cogliere il parallelismo tra film e politica statunitense.

Taylor rinforza dunque alcune teorie esposte negli scorsi anni da un altro regista statunitense, Walter Murch, secondo cui dietro le figure di Lord Fener e dell’Impero si nascondessero proprio gli Stati Uniti con la loro politica considerata imperialista.

I Ribelli, comandati dalla principessa Leia con l’aiuto di Luke Skywalker e Han Solo, altro non sarebbero che i vietnamiti pronti a difendere la loro indipendenza contro un nemico apparentemente soverchiante.

Un film con molte caratteristiche nate per caso. Harrison Ford che da falegname addetto alle scenografie viene scritturato per Han Solo, il robot R2D2 (C1P8 nella versione italiana) la cui sigla viene creata sfruttando un sistema di etichettatura del vitto sul set, e i Wookie nati parodiando il cognome – Wookey – di un amico del doppiatore Terry McGovern.

Genialità e piccoli aiuti del destino, una sinergia capace di creare un brand fonte di utili per oltre 40 miliardi di dollari.

3 Comments

Leave a Response