Misteri

Usa: Obama e la finta riforma della NSA " Limitazioni ma le intercettazioni continuano!"

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Limiti alla raccolta dei dati telefonici da parte dell’intelligence, ma senza un sostanziale riordino della materia. In parole povere, l’NSA (National Security Agency), agenzia statunitense deputata ai servizi di spionaggio dei leader dei Paesi stranieri, continuerà a spiare con la funzione di garantire la sicurezza interna. E’ questo il succo della riforma varata da Barack Obama dopo lo scandalo del Datagate, che tanto clamore aveva suscitato nei mesi scorsi.

Il Presidente americano ha parlato per poco meno di un’ora dal dipartimento di Giustizia e ha annunciato le linee guida della riforma: il nodo centrale è l’obbligo da parte dell’NSA e delle altre agenzie di ottenere dal Tribunale segreto l’autorizzazione per poter registrare le telefonate sia dei politici stranieri che dei privati cittadini, americani e non. Nell’immaginare la riforma, Obama ha dovuto mediare tra l’indignazione suscitata in tutto il Mondo dopo l’esplosione del Datagate, e le pressioni interne di chi ritiene che, al di là della liceità delle azioni di spionaggio, il fine ultimo da preservare sia quello della sicurezza nazionale.
Dunque, la riforma del programma di intercettazioni telefoniche è il risultato di un compromesso tra queste due posizioni: un compito di certo non facile per il Capo dello Stato americano che dunque ha introdotto maggiori controlli giudiziari nei confronti delle agenzie USA per garantire la privacy dei primi ministri dei paesi amici, mantenendo però sostanzialmente invariato il sistema di controlli instaurato dopo gli attacchi dell’11 Settembre 2001. Sul funzionamento effettivo dell’intelligence americana dopo questa riforma, quindi, c’è ancora poco da dire: Obama, infatti, non ha chiarito quali saranno le nuove metodologie adottate, salvo appunto introdurre i limiti derivanti dall’obbligatorio passaggio giuridico. Quel che sembra sicuro, dunque, è che gli USA manterranno la loro struttura e continueranno nella loro opera di spionaggio col fine di combattere il terrorismo.
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Un altro passaggio centrale della riforma riguarda la conservazione dei dati: le centinaia di migliaia di registrazioni telefoniche riguardanti privati cittadini non saranno più conservate dal Governo statunitense, bensì da delle società private. Su questo aspetto, Obama ha demandato al segretario alla Giustizia Eric Holder che entro il 28 Marzo, questa la data stabilita dal Presidente, individuerà quali società gestiranno gli enormi database contenenti le registrazioni.
Inoltre, durante il suo discorso, Obama si è anche soffermato su un mutamento delle modalità operative delle agenzie, sostenendo che l’Intelligence spierà solo quelle personalità che hanno “non più di tre gradi di separazione” da un ipotetico complotto di natura terroristica.

A Day With Senator Obama

Nell’intervento presso il dipartimento di Giustizia, Obama ha tracciato poi anche la storia dello spionaggio statunitense, non risparmiando critiche ed evidenziando anche errori evidenti da parte delle strutture deputate alla sicurezza nazionale. Ma ha anche sottolineato come oggi, la privacy di ognuno non è messa in pericolo solo dall’operato dei governi nazionali, ma anche dalle grandi corporation. Infine, Obama ha dedicato un passaggio anche a Edward Snowden, le cui rivelazioni hanno fatto esplodere lo scandalo Datagate, criticando il metodo col quale la “talpa” ha diffuso le informazioni secretate. Ricordiamo che per lo stesso Edward Snowden è ricercato dal Governo americano per tradimento.

 

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