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250 combattenti del califfato uccisi in un attacco USA

Gli aerei a stelle e strisce hanno colpito da lontano, ma di certo hanno colpito duro, molto duro. Oltre 250 morti e 40 veicoli distrutti, questo il primo bilancio, un bilancio probabilmente destinato ad aumentare, in virtù dei tanti feriti lasciati sul campo.

L’attacco, che è stato pianificato in pochi minuti dal centro di controllo di Washington, ha colpito un convoglio che stava lasciando la città di Falluja, convoglio individuato grazie al continuo pattugliamento dei satelliti americani d’alta quota.

I miliziani stavano lasciando la città dopo che questa era sotto attacco da parte delle forze appartenenti all’esercito regolare iracheno, la loro fuga era prevista dall’intelligence americano, che aveva richiesto espressamente la copertura della zona di territorio dai parte dei satelliti di sorveglianza.

Il raid non ha portato vittime tra le forze aeree americane, esso è il più distruttivo mai lanciato dalla coalizione internazionale verso l’esercito del califfato.

I satelliti hanno inoltre evidenziato come i pochi terroristi sfuggiti alle bombe, siano diretti verso i laghi di Razzaza e Habbaniya e hanno cercato rifugio all’interno della vegetazione che circonda i laghi.

John Brennan, il capo della Cia, commentando il raid ha dichiarato che la strada per sconfiggere l’ISIS è ancora lunga, ma allo stesso tempo ha riconosciuto che passi significativi sono compiuti dalla coalizione internazionale.

Il raid viene dopo l’attacco all’aeroporto di Istanbul, attacco che anche se non ancora rivendicato dal califfato, viene ricondotto dall’intelligence nei canoni del terrorismo internazionale, e che ha provocato oltre 40 morti (di cui 13 stranieri) e 250 feriti.