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Addio a Talus Tay­lor, creatore dei Barbapapà. Con lui i fumetti iniziarono a parlare di ambiente e animali

Tantissime generazioni di bambini sono cresciute con la divertente quanto educativa famiglia dei Barbapapà. Dagli anni set­tanta in poi, infatti, questo cartone animato divenne davvero molto popolare, sia per quanto riguarda i pomeriggi dei più piccoli che più in generale per la cultura pop del periodo. I Barbapapà, infatti, sin da subito si fanno portatori di una serie di valori improntati alla solidarietà, al rispetto e ad una consapevolezza ambientalista ed animalista, tradendo anche sfumature femministe ( Barbapapà, infatti, era rosa, colore da sempre correlato all’universo femminile, mentre la mamma è nera).

Nato come semplice fumetto, venne poi trasformato nei più celebri cartoni animati distribuiti poi in oltre trenta Paesi del Mondo.
I Bar­ba­papà nascono dal genio di Talus Tay­lor e sua moglie Annette Tison e quasi per caso. Tra le tante leggende intorno alla loro genesi, molte delle quali legate al “Maggio francese”, la più accreditata è legata ad una semplice promenade. Sembra, infatti, che l’ispirazione sorse quando i due erano intenti a compiere una passeggiata in un parco pari­gino del Luxem­bourg. Il celebre nome del cartone, infatti, deriverebbe dal vagito di un bambino che pronunciò “Baa baa baa“, il piccolo infatti chiamava l’attenzione del padre per ricevere dello zucchero filato (in francese “barbe à papa”). Così dopo qualche minuto la coppia si ritrovò a disegnare il personaggio dei Barbapapà, rosa e tondo come l’appiccicoso dolciume.
Talus Tay­lor, purtroppo, è morto a Parigi lo scorso 19 Feb­braio ma la notizia è arrivata solo nelle ultime ore. Il celebre ideatore dei Barbapapà, americano di origine ma francese di adozione, aveva 82 anni, e nella vita era anche pro­fes­sore di mate­ma­tica e bio­logo.

Il successo della sua creazione si ebbe prima in Francia con la pubblicazione del fumetto, con successiva realizzazione del cartone animato in Giap­pone. In Ita­lia, invece, la celebre e colorata famigliola arrivò su Rai 2, quasi 40 anni fa, approdando nell’emittente di Stato nel lontano 1976.
Bar­ba­papà, il protagonista, è un blob rotondo e rosa che riesce a modellare il suo corpo nelle forme che desidera, risolvendo così i problemi e le situazioni più intricare ed incresciose. Il tutto accompagnato dalla celebre frase del protagonista durante la trasformazione, ovvero “Resta di stucco, è un barbatrucco“.
Nei primi anni, però, non tutti i genitori, come spesso accade, erano concordi nel far vedere ai figli tale cartone animato, ma con il tempo la colorata famigliola diventerà un appuntamento imperdibile per tutti i bambini, con un conseguente successo anche in termini di marketing.
La famiglia sarà poi costituita oltre che dal Bar­ba­papà ori­gi­na­rio del primo lungometraggio con una barba nera e da Bar­ba­mamma di colore nero, da sette barbabébé, ognuno legato a peculiarità e talenti ben precisi. Dai figlio­letti Bar­ba­bella, viola e davvero vani­tosa a Bar­ba­forte rosso ed energico, senza trascurare Bar­ba­lalla, verde ed artistica (si trasformava infatti in uno strumento musicale che lei stessa suonava) a Bar­ba­zoo, personaggio eco­lo­gi­sta ante litteram, sempre pronto a cavare d’impiccio gli animali in pericolo, coinvolgendo tutti gli altri.
Infine ecco Bar­ba­barba nero molto peloso e sempre imbrattato di colori per la sua attività di pittore, per chiudere con Bar­bot­tina, l’intellettuale di casa a Bar­ba­bravo l’inven­tore della fami­glia.

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