Cronaca

Benzinaio palermitano ucciso, confessa il colpevole

E’ una differenza di pochi euro per un pieno di benzina ad aver scatenato la furia omicida di Mario Di Fiore, l’assassino di Nicola Lombardo, il benzinaio della stazione di servizio palermitana di piazza Lolli, ucciso sabato scorso. Di Fiore, un ex imprenditore edile, che portava con se un’arma, a causa di due rapine che aveva subito in precedenza, dopo essere stato a casa della figlia, tornando verso casa sua, si era fermato al distributore per fare il pieno alla sua vettura, una Grande Punto, di colore scuro, sulla quale poi è fuggito dopo il delitto.

Alla richiesta di 68 euro da parte del benzinaio, pensando di doverne pagare solo 60, si è decisamente arrabbiato ed ha preso dal cruscotto la pistola, una 7,65 usandola poi per uccidere il benzinaio. L’auto è stata rintracciata grazie alle immagini di alcune telecamere che si trovavano nelle vicinanze, e che hanno inquadrato una parte della targa. In un primo tempo si era pensato ad un tentativo di rapina finito in modo maldestro, e si era ipotizzato anche un interessamento da parte della mafia, in quanto il distributore, nel quale Nicola Lombardo lavorava come dipendente, è di proprietà di un fratello di Francesco Nangano, che venne ucciso dalla mafia nel febbraio di due anni fa.

Gli investigatori avevano indagato anche sulla vita privata della vittima, ma la svolta nelle indagini è arrivata proprio grazie al frammento di targa dell’auto, con gli agenti che sono risaliti al nome del proprietario e sono riusciti a rintracciarlo nella sua casa di via Brancaccio, nella quale successivamente è stata trovata l’arma usata per il delitto.

Sottoposto ad un serrato interrogatorio da parte delle forze dell’ordine, Mario Di Fiore ha alla fine confessato di essere lui l’autore del delitto, ed anche la ragione, cioè la differenza di prezzo del pieno, che lo aveva fatto andare su tutte le furie. Oltre alla pistola, Di Fiore aveva un vero e proprio arsenale, con una 357 magnum, un fucile da caccia e numerose cartucce per tutte le armi. La pistola usata per il delitto era stata nascosta sotto un mucchio di stracci ed è stata ritrovata all’interno di un magazzino.

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