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Brasile: Cesare Battisti può essere espulso

Cesare Battisti potrebbe essere espulso dal Brasile, verso Francia o Messico, paesi nei quali l’ex terrorista aveva vissuto prima di raggiungere il Brasile. La decisione di una giudice di Brasilia, Adverci Rates Mendes de Abreu, di non rinnovare il visto a Battisti per la permanenza in Brasile, potrebbe portare all’espulsione.

Non si tratta di estradizione in Italia, come ha precisato la stessa giudice, ma di espulsione, in quanto al momento Battisti si trova in Brasile come uno straniero senza documenti, sul capo del quale pende anche una condanna da parte dell’Italia per i crimini commessi negli anno di piombo. Cesare Battisti è stato infatti condannato in via definitiva all’ergastolo per quattro omicidi commessi tra il 1978 ed il 1979, quando faceva parte del “Pac”, il gruppo “Proletari armati per il comunismo”.

Battisti si era reso responsabile di atti di terrorismo, sequestri di persona e diverse rapine. Arrestato, era riuscito ad evadere dal carcere di Frosinone, dove era stato rinchiuso, e la sua latitanza lo aveva portato prima in Francia, poi in Messico e successivamente di nuovo a Parigi. In seguito, si era spostato in Brasile e le richieste di estradizione che erano state formulate dall’Italia erano sempre state respinte, l’ultima da parte dell’ex presidente brasiliano Lula, proprio in conclusione del suo mandato. Una decisione che ebbe l’effetto di deteriorare per diverso tempo i rapporti diplomatici dell’Italia con il Brasile, e portò ad un intervento personale del Presidente Napolitano che espresse tutto il suo rammarico per la decisione del collega brasiliano.

Nel corso della permanenza in Messico ed in Francia, Battisti ha svolto anche le attività di scrittore e traduttore, ed in Brasile era impegnato con il sindacato che aveva sostenuto la candidatura di Lula alla presidenza. Con la decisione emessa dal giudice, Cesare Battisti perde lo “status” di rifugiato politico che aveva sino a questo momento e può quindi scattare la sua espulsione, anche se una data precisa non è ancora stata comunicata. Intanto, gli avvocati dell’ex terrorista hanno preannunciato che opporranno ricorso verso la decisione del giudice.

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