AttualitàMondo

Censurato in India il documentario sullo stupro di gruppo “India’s Daughter”

Era attesa per l’8 marzo, in India ed in altri paesi, la proiezione di “India’s Daughter”, un film documentario, girato dalla regista inglese Leslee Udwin, e che si riferisce ad una vicenda di stupro di gruppo avvenuto il 16 dicembre di tre anni fa a Delhi.

Il governo indiano però ha deciso, con l’annuncio di Rajnath Singh, ministro dell’Interno indiano, che il documentario non sarà proiettato in India. La causa della censura operata dal governo è da ricondursi alle accuse rivolte alla regista, di aver violato le condizioni che le erano state poste per quanto riguarda le scene girate all’interno del carcere, tra cui un’intervista a Mukesh Singh, uno degli autori della violenza, che per questo crimine è stato condannato a morte.

Secondo il governo indiano, la regista non ha mostrato tutte le scene che sono state girate all’interno del carcere alle autorità del penitenziario. Rajnath Sigh ha dichiarato davanti al parlamento indiano, che i commenti del condannato che si vedono nel documentario sono denigratori per la dignità delle donne, in quanto il violentatore afferma che la colpa del crimine è della vittima stessa.

Il fatto si svolse il 16 dicembre del 2012, quando una studentessa indiana di 23 anni, che era stata in un cinema di Delhi a vedere un film, salì su un pullman per tornare a casa e venne violentata da un gruppo di 6 passeggeri con la complicità dell’autista del bus. Gli stupratori usarono anche una sbarra di ferro, e la ragazza, dopo 13 giorni di agonia, morì all’Ospedale dove era stata ricoverata, a causa delle emorragie interne causate dalla violenza.

Gli aggressori, quattro in totale, vennero poi arrestati ed in seguito condannati a morte, condanna che attualmente è stata sospesa da parte della Corte Suprema indiana. Secondo quanto dichiarato dalle autorità indiana, il divieto alla proiezione del documentario è stato causato dalla necessità di non creare ulteriori paure e tensioni, e rabbia pubblica, proprio per le affermazioni del condannato.

Naturalmente sono scattate subito le polemiche e la regista Leslee Udwin si è detta dispiaciuta e rammaricata per questa decisione, ma nello stesso tempo ha dichiarato che l’8 marzo, in occasione della Giornata della donna, il documentario andrà comunque in onda negli altri paesi dove ne era stata programmata la visione.

2 Comments

Leave a Response