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I “soliti idioti” tornano al cinema più maturi e divertenti. La solita commedia – Inferno, recensione e trailer

Torna nei cinema italiani la coppia formata da Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli.

Il duo, famosissimo per le gag dei “soliti idioti“, ne “La solita commedia – Inferno” appare anche dietro la macchina da presa, per presentare una pellicola ambiziosa. L’idea alla base del film è semplice ma intrigante: quella di aggiornare i peccati ai tempi moderni. Dio si ritrova, infatti, oberato di impegni, decidendo di inviare Dante (interpretato da Mandelli), sulla Terra.
Il luogo scelto è il Nord Italia, dove Dante fa la conoscenza di Biggio che, da moderno Virgilio, decide di guidare il viaggio dello stesso Dante. Quest’ultimo, ben presto, scopre l’infernale tran tran quotidiano della vita moderna, fatto di bar affollati, di traffico, di supermercati dove la gente è ossessionata nella ricerca di offerte e da un condominio dove gli abitanti non hanno la possibilità di fare nulla a causa dei divieti. Vivrà in un mondo totalmente dominato dalla fretta e dalla incomunicabilità tra le persone.
Il film, molto probabilmente, riuscirà ad attirare diverse persone al cinema anche grazie al traino fornito dalla canzone che i due protagonisti hanno presentato all’ultima edizione del Festival di Sanremo, che fa parte della colonna sonora. Ma a rendere il film sicuramente più maturo de “I soliti idioti” è stato anche il distacco da Ruggero De Ceglie, che ha contribuito al successo di incassi ottenuto dal duo con le precedenti pellicole, ma attraverso film tutt’altro che memorabili dal punto di vista estetico. “La solita commedia – Inferno” si propone, infatti, come una pellicola divertente, non eccessivamente volgare e in grado di rivisitare in modo intelligente la mediocrità del tipico cittadino italiano. Purtroppo deve essere segnalata l’eccessiva lentezza di alcune parti. Ad ogni modo, molte delle gag nascono da spunti validi, anche se avrebbero sicuramente potuto beneficiare di una maggiore perizia sul piano tecnico.
Il film è divertente, ma avrebbe potuto far ridere ancora di più approfondendo maggiormente alcune scene e concedendo loro qualche minuto in più. Il miglioramento qualitativo rispetto ai “soliti idioti” appare comunque evidente; difficilmente, in passato, si riusciva a ridere di gusto, probabilmente frenati dalle troppe volgarità presenti. Ottimo il modo in cui i registi hanno voluto caratterizzare i personaggi, dotati di una sana “cattiveria” e di una verve decisamente dissacrante.
Le parti che risultano migliori sono quelle all’interno delle quali vengono attaccate senza finto moralismo le diverse classi sociali che fanno parte del mondo italiano. Anche le persone che si trovano ai margini della società finiscono per essere prese di mira senza tentare di elevarle. Da questo punto di vista il film si distacca sicuramente da un modo di concepire il cinema che tenta di conquistare lo sguardo del pubblico fornendo a quest’ultimo quello che si aspetta. Appare evidente l’omaggio che il duo ha voluto rendere a personaggi come Fantozzi; in particolare, il modello è il ragioniere disegnato da Neri Parenti, non quello di Salce, eccessivamente raffinato ad interessare Biggio e Mandelli.

Pur appartenendo di diritto al genere commedia, il film appare meno buonista rispetto a numerose altre pellicole; è poco conciliante, ancor meno rassicurante e animato da uno spirito innovativo. Spingendo su quest’ultimo punto si potranno ottenere, in futuro, pellicole anche migliori.

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