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Isis minaccia Kobane e Aleppo, la Turchia si allea con gli USA

La crisi mediorientale, e la minaccia rappresentata dall’IS crescono di pari passo, con le truppe dello Stato Islamico che ha circondato la città curda di Kobane, mentre in territorio siriano stanno avanzando ad est di Aleppo. Da Kobane, nei giorni scorsi, si sono avute le fughe di circa 160 mila persone, che sono scappate dalla città sotto assedio, cercando scampo oltre la frontiera con la Turchia. A Kobane rimangono però asserragliati uomini della milizia curda che stanno cercando di difendere la città per non farla cadere in mano agli estremisti islamici.

La conquista della città, permetterebbe all’IS di controllare un ampio territorio che si trova al confine con la Turchia ed il pericolo insito in questa situazione ha spinto il governo di Ankara a cambiare posizione riguardo all’alleanza con gli USA. Il cambiamento di rotta governativo è stato approvato dal parlamento, che nella votazione si è espresso con 298 voti favorevoli e 98 contrari. Nel suo intervento davanti all’assemblea, Recep Tayyip Erdogan, presidente della Turchia ha precisato che questa lotta contro gli estremisti è una delle priorità del suo Paese, insieme alla lotta per ottenere la fine del regime di Bashar al-Assad in Siria.

Intanto, è giunta anche la notizia che l’Australia è entrata nella coalizione internazionale che opera sotto la guida degli Stati Uniti. L’annuncio di questa decisione è stato dato da Tony Abbot, il premier australiano, che ha indicato come il suo Paese dispiegherà delle truppe “speciali”, che assisteranno l’esercito dell’Iraq per quanto riguarda il coordinamento delle attività militari e la loro pianificazione. Abbot ha anche precisato che le forze australiane non prenderanno parte direttamente ai combattimenti, e che la decisione di fermare l’IS è dovuta alla loro dichiarazione di guerra verso il mondo intero.

Nel frattempo una agenzia irachena, la Nina, ha riferito dell’uccisione di 42 soldati a 150 chilometri da Baghdad, nel distretto di Hit. L’uccisione è stata causata da una offensiva portata dall’IS, che è stata comunque respinta. In Iraq, si stanno svolgendo anche altri combattimenti, che interessano zone della provincia di Salahuddin, che si trova a nord della capitale.

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