Economia

Tasi: quando e come pagarla

Manca davvero poco alla scadenza della TASI, la tassa sui servizi indivisibili. E’ infatti fissato al 16 Ottobre, il termine ultimo per il pagamento della prima rata. Ma chi deve pagarla e come? Vediamo di capirci di più-

La TASI è una tassa applicata a tutti i beni immobili o alle aree edificabili, esclusi i terreni agricoli. Sono tenuti a versarla sia il proprietario del bene, sia l’eventuale fruitore. La percentuale di ripartizione è fissata dal Comune entro certi limiti, ovvero tra il 10% e il 30% a carico dell’inquilino e il 70% e il 90% a carico del proprietario.
E’ prevista una ripartizione su due rate dell’importo. La prima rata, che equivale al 50% del totale, è da versare entro il 16 ottobre. Sono esclusi i cittadini che hanno già pagato la rata a Giugno, in quanto il loro Comune aveva già provveduto a fissare le aliquote a Maggio. Qualora ci si trovi in un comune che non ha ancora stabilito le aliquote entro tale data, l’importo sarà da versare per intero, dunque in unica soluzione, entro il 16 di Dicembre. In queso caso con un’aliquota ridotta dell’uno per mille.
Tale scadenza corrisponde anche al termine ultimo per versare il saldo della tassa, ovvero il restante 50% del totale. In tale data sono tenuti a versare la rimanenza anche i cittadini che avevano già pagato la rata aGiugno. Ricapitolando, sia chi ha pagato a Giugno, sia chi pagherà a Ottobre e sia chi pagherà in unica soluzione è tenuto a saldare la TASI entro e non oltre il 16 di dicembre.
Sono previste anche detrazioni che dipendono da diversi fattori quali figli a carico o superfici catastali. In ogni caso è il consiglio Comunale che ne dispone le agevolazioni. L’organo in questione decide anche le aliquote, che però non possono superare il 3,3 per mille per la prima casa e l’ 11,4 per mille per tutti gli altri stabili.

Il calcolo dell’importo totale della TASI si deduce dalla rendita catastale rivalutata del 5%, moltiplicata per un coefficiente di 160, addizionata all’aliquota fissata dal Comune. Prendendo come riferimento un immobile la cui rendita catastale è di 1000 € e l’aliquota fissata al 2,5%, il calcolo è presto fatto:

1.000X1,05X160X2,5/1.000=420 euro

Il versamento della tassa può essere effettuato tramite modello F24, oppure online (per chi avesse un conto online), oppure ancora alle Poste attraverso un apposito bollettino. I codici tributo sono: 3958 per l’abitazione principale, 3961 per gli altri fabbricati, 3959 per i fabbricati rurali, 3960 per le aree edificabili. I trasgressori sono tenuti a versare un importo maggiorato dello 0,2%, nel caso in cui il ritardo di pagamento fosse entro le due settimane, oltre le quali l’ammenda sale al 3%. Superati i trenta giorni di ritardo l’ammenda è del 3,75% a cui bisogna aggiungere gli interessi
all’ 1% calcolati su base annua.

Secondo una stima riportata dalla Uil, per più del 50% delle famiglie italiane, la TASI sarà ben più costosa della vecchia IMU, mentre sarà più bassa per coloro i quali la rendita catastale sia più alta. Questo perchè, al contrario dell’IMU, la TASI, prevede meno detrazioni ma un’aliquota più bassa.

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