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L’Isis attacca Baghdad: morte oltre 63 persone

Uno degli attacchi più violenti: è stato definito in questo modo il nuovo duplice attentato effettuato dall’Isis, che ha avuto luogo nella capitale dell’Iraq, ovvero Baghdad.

Il primo assalto è avvenuto in una base di seguaci di Abu Bakr: tre persone, a bordo di un veicolo, si sarebbero fatte saltare in aria, aprendo la pista alle milizie dell’Isis, che avrebbe ucciso almeno diciassette militari.
Lanciagranate e fucili sono stati utilizzati per compiere la nuova strage avvenuta in Iraq: ma mentre i militari erano impegnati in quella zona, nel mercato di Sadr City, l’Isis si è reso protagonista del secondo assalto del ventotto febbraio 2016.

A farsi saltare in arie è stato un uomo che, a bordo della sua moto, si sarebbe avvicinato ad alcuni banconi nei quali vi erano frutta e verdura.
Un’esplosione che ha creato morte e disperazione: settantatré persone sono rimaste uccise proprio a causa della bomba umana e di alcuni assalitori dell’Isis, che armati anch’essi di fucili, avrebbero aperto il fuoco sui civili.

I pochi sopravvissuti, in stato di shock, avrebbero raccontato che, improvvisamente, il mercato è divenuto il luogo di uno scontro armato e che nelle strade vi erano cadaveri, resti umani, abiti strappati e sporchi di sangue e telefonini fatti a pezzi.
A nulla è servito l’intervento dei militari iracheni, visto che gli assalitori dell’Isis, dopo la strage, sono riusciti a scappare e ad evitare il combattimento.
Continua a salire vertiginosamente il numero delle persone che hanno perduto la vita, visto che il numero dei feriti in condizioni disperate risulta essere elevato e supera le cento unità.

Ma sembra che l’Isis abbia le ore contate, visto che oltre duemila militari sono pronti a fare irruzione nel centro operativo principale di tale organizzazione terroristica.
Secondo quanto riportato dal governo del Paese, Mosul sarebbe la capita dell’Isis, dove le persone vengono addestrate e si preparano a compiere tali atti criminali contro il l’umanità e soprattutto contro i jidahisti, che continuano ad essere uccisi senza alcuna pietà dai terroristi.