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Pasqua di sangue in Sri Lanka: il bilancio delle vittime aumenta

Continuano gli aggiornamenti sull’attentato avvenuto il 21 Aprile e il bilancio delle vittime aumenta.

A tre giorni da quello che è stato definito uno degli attacchi più spietati e violenti contro la comunità cristiana del paese, il conteggio delle vittime coinvolte ammonta a 359 morti e più di 500 feriti.
Tra di loro, nessun italiano è rimasto coinvolto, ha fatto sapere la Farnesina, anche se si registrano numerosi stranieri, tra cui molti americani, inglesi e olandesi.

Molto elevato anche il bilancio di bambini uccisi: negli attentati 45 minorenni hanno perso la vita e molti altri sono ricoverati all’ospedale di Colombo in terapia intensiva. Tanti adolescenti hanno perso i genitori nella strage e sono al momento assistiti da Unicef, che sta aiutando le giovani vittime a riprendersi dalle atroci immagini di violenza a cui hanno dovuto assistere.

Un attentato sanguinoso, che ha preso di mira alberghi colmi di turisti, tra cui lo Shangri-La e il Kingsbury Hotel, e molte chiese durante l’ora della messa, continuando poi per le strade della periferia di Colombo, dove erano presenti altri kamikaze.
Il governo srilankese ha deciso di mettere al bando tutti i social network, per evitare la diffusione di false notizie, oltre a dichiarare il coprifuoco, chiudere scuole e università, ed impedire la circolazione di tutti i mezzi di trasporto.
Rafforzata anche la sicurezza nei pressi delle chiese cattoliche in tutto il paese, vicino alle stazioni di polizia e agli edifici governativi, nel tentativo di proteggere lo Sri Lanka da quello che sembra essere stato a tutti gli effetti un attentato con radici internazionali.

Ammonta a 40 la lista dei sospettati, e tra questi il proprietario della casa dove abitavano alcuni attentatori ed il conducente del furgone che ha consentito ai terroristi l’accesso al luogo dove si sarebbe poi consumata la strage.
Gli investigatori sono certi che il movente dell’attentato sia sicuramente legato alla strage di Christchurch, avvenuta il 15 Marzo scorso, quando l’attacco condotto da un neozelandese a due moschee ha portato alla morte 50 musulmani in preghiera.

Il 23 Aprile è stato dichiarato giorno di lutto nazionale dal presidente Maithripala Sirisena.