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Persone scomparse: in Italia in 40 anni sono 30.000 e il fenomeno è in aumento

Angelo Alfano ha voluto sollevare l’attenzione, nel corso di un convegno internazionale dal titolo “La scomparsa di persone: una sfida per i Paesi UE“, su un problema gravissimo che interessa molti Paesi del mondo e che colpisce anche l’Italia; quello relativo alle persone scomparse.

Il fenomeno, se possibile, è ancora più allarmante in quanto su 30.000 casi, la metà riguarda minori. Nella cifra totale rientrano sia le vittime di reato, che le persone che si allontanano volontariamente, fino a giungere a chi lascia la propria famiglia a causa delle conseguenze derivanti da una malattia come l’alzheimer.
Il Ministro dell’Interno ha voluto sottolineare come ad incidere sia stata anche la crisi che ha travolto molte persone e i numerosi casi di femminicidio; basti citare la media di 2 donne sparite al giorno nel solo anno 2012. Le Regioni ad essere più esposte a questo problema sono il Lazio, la Lombardia e la Sicilia; sono 6.766 i casi avvenuti nel Lazio, mentre la Sicilia si ferma a 3.900 e la Lombardia a 3.680.
Non è possibile individuare un identikit della tipologia delle persone scomparse in quanto, a lasciare nella disperazione i propri parenti, sono sia anziani che minori, sia uomini che donne (seppure i primi risultino di più). Nemmeno le differenze economiche giustificano le scomparse; tutte le classi sociali risultano coinvolte, da Nord a Sud. Il fenomeno è in crescita, se è vero che solo nei primi mesi del 2014 sono già scomparse 558 persone. Le questure dei Comuni italiani vedono i muri o i cassetti pieni di foto e, in molti casi, le richieste di informazioni rimangono per anni senza che nessuno abbia visto, o saputo, qualcosa in merito a chi sembra essere sparito nel nulla.
In base ai dati degli ultimi due anni, sono 23 mila le denunce di scomparsa effettuate, la maggioranza delle quali riguardano gli stranieri; tra questi ultimi quasi 13 mila sono i minorenni, che scappano dalle comunità alle quali sono stati destinati.
Anche il dato riguardante le donne è drammatico; basti considerare che, negli ultimi 40 anni, la media è di 200 scomparse in un anno. Anche per le donne la maggioranza è costituita da straniere. La crisi ha portato ad un aumento delle povertà sociali, sia materiali che immateriali; la perdita di lavoro ha riguardato sia operai, che donne che lavorano part time, oltre a manager e imprenditori. Il disagio della perdita di lavoro si può tradurre, in molti casi, in un peso difficile da sopportare; molte persone non riescono a reggere la pressione, preferendo scomparire da chiunque conoscono.

L’unica buona notizia comunicata da Alfano è la crescita dei ritrovamenti; considerando oltre 140 mila denunce arrivate negli ultimi 20 anni, 110 mila hanno avuto un lieto fine, anche se l’aumento dei casi di scomparsa avvenuti nel 2012 e 2013 richiede l’innalzamento del livello di guardia. Ad accompagnarsi al fenomeno sono anche le cifre che riguardano i corpi non identificati nei diversi obitori, ben 1.283, anche se molti di essi potrebbero appartenere a migranti affogati durante la traversata che avrebbe dovuto farli giungere in Italia.
Ad essere presi in esame da Alfano sono anche i dati relativi ai suicidi; risulta che, solo nello scorso anno, 149 persone hanno deciso di uccidersi, in quasi tutti i casi per motivazioni legati alle difficoltà economiche. Un aumento notevole rispetto ai 12 mesi precedenti, che avevano fatto registrare 89 casi. Si parla di un suicidio ogni due giorni e mezzo, una media elevatissima che porta a 238 i casi legati espressamente alla crisi. Negli ultimi mesi del 2013 si è avuta un’impennata, con un numero di suicidi quasi pari ai restanti 8 mesi dell’anno. Dall’esame dei dati si nota che un suicida su due è rappresentato da un imprenditore, ma è raddoppiato il numero di chi si suicida perché è senza lavoro.

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