Mondo

Rilevato da un satellite americano un “lampo di calore” al momento dell’incidente dell’aereo russo sul Sinai

Un “lampo di calore” rilevato da un satellite statunitense apre nuovi scenari nella vicenda dell’aereo russo precipitato nel Sinai. L’incidente, come noto, ha provocato la morte di 224 persone e sono in corso le indagini per verificarne le cause. Dopo la caduta del jet erano state avanzate rivendicazioni da parte dell’Isis, che sono state però respinte da parte di Abdul Fattah Al Sisi.

Il presidente egiziano le ha bollate come “propaganda”, volta sia a rendere maggiormente visibile lo Stato Islamico, che a screditare l’Egitto facendo capire che le autorità del Paese non hanno il controllo della zona del Sinai. Intanto, le stesse autorità egiziane stanno iniziando l’analisi dei dati contenuti nelle scatole nere dell’aereo.

Per quanto riguarda il “lampo di calore”, dato che la ripresa è stata effettuata da grande altitudine, non è ancora chiaro se si tratta di una esplosione avvenuta a bordo, oppure di un missile che ha colpito l’aereo. Un esperto dell’aviazione degli Stati Uniti, Miles O’Brien, ha specificato che se il lampo di calore è stato isolato, la causa più probabile è quella dell’esplosione a bordo.

Intanto la compagnia alla quale apparteneva l’aereo precipitato, la Kogalymavia ha assicurato che l’incidente non è stato causato né da un guasto né da un errore umano. Aleksander Smirnov a nome della compagnia ha dichiarato che dopo il guasto accaduto nel 2001, quando lo stesso aereo aveva sbattuto sulla pista del Cairo in fase di atterraggio, erano state effettuate le necessarie riparazioni e che l’aeromobile era tornato ad avere tutte le caratteristiche di sicurezza originali. Lo stesso Smirnov sostiene che l’incidente può essere stato causato solo da un impatto “meccanico”, visto anche il fatto che sia i corpi delle vittime che i resti dell’aereo sono stati trovati sparsi in un’area molto vasta.

Parlando della mancanza di informazioni da parte dei piloti riguardo all’incidente, Smirnov ipotizza che gli stessi piloti abbiano perduto immediatamente il controllo dell’aereo e quindi siano stati impossibilitati a stabilire un contatto. Mentre si stanno svolgendo le indagini, 10 compagnie che effettuano voli da e per Sharm el Sheikh, hanno deciso di cambiare rotta e non volare sul territorio del Sinai.