Cronaca

Roma, intrigo Corea del Nord: la figlia dell’ambasciatore rapita dai servizi nordcoreani?

Intrigo internazionale a Roma. L’ambasciatore della Corea del Nord è scomparso dal mese di novembre insieme alla moglie. Ignota anche la sorte della figlia non ancora maggiorenne. Secondo un ex ambasciatore nordcoreano, la ragazza sarebbe stata rapita dai servizi nordcoreani.

Nelle ultime ore è deflagrato il caso che ha per protagonista l’ex ambasciatore della Corea del Nord a Roma e la sua famiglia. La vice presidente della Camera dei Deputati, la grillina Maria Edera Spadoni, ha chiesto al ministro dell’Interno Matteo Salvini di riferire in aula. Come era lecito aspettarsi, non si è fatta attendere la risposta del leader della Lega Nord, nonché vicepremier, per il quale la Procura di Catania ha chiesto l’archiviazione sul caso Diciotti.

L’accusa dell’ex ambasciatore nordcoreano a Londra

Thae Yong-ho, ex ambasciatore della Corea del Nord nella città di Londra, oggi tra i più convinti dissidenti del regime di Kim Jong-un, ha accusato i servizi segreti nordcoreani di aver rapito la figlia dell’ambasciatore a Roma Jo Song-jil, dopo essere venuti a conoscenza della presunta fuga da parte di quest’ultimo con la moglie.

La ricostruzione ufficiale

Stando invece alla ricostruzione ufficiale, la Farnesina avrebbe ricevuto due differenti note formali da parte della Corea del Nord. Nella prima viene indicato il nome di Kim Chon come sostituto del precedente ambasciatore. Nella seconda nota, Pyongyang informa Roma che in data 10 novembre l’ormai ex ambasciatore Jo Song-jil aveva lasciato l’ambasciata nella capitale con la moglie e quattro giorni dopo la figlia aveva chiesto di tornare in Corea dai nonni, accompagnata dal personale dell’ambasciata nordcoreana a Roma.

Salvini: “Non c’entro nulla”

Il vicepremier e ministro dell’Interno ha risposto in maniera schietta rispetto alle richieste avanzate da alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle di riferire in Parlamento sulla vicenda, affermando come non sia di sua competenza. La palla dunque rimbalza al Ministero degli Esteri. L’attuale ministro Enzo Moavero ha assicurato che nei prossimi giorni saranno svolte le opportune verifiche sul caso.