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Russia: Alexei Navalny arrestato per proteste

È costata cara ad Alexei Navalny, il noto blogger anti-Putin, la partecipazione al corteo di Mosca tenutosi nella giornata di domenica per protestare contro la corruzione dilagante. Navalny non è un semplice blogger ma dalla popolazione russa e dagli addetti ai lavori viene considerato come figura di riferimento nell’opposizione all’attuale presidente della Federazione Russa. Al momento dell’arresto di Navalny, decine di manifestanti si sono scagliati contro la polizia, al grido di ‘fascisti, fascisti’.

In tribunale, dove ha ricevuto la condanna a 15 giorni di carcere, il blogger Alexei Navalny ha avuto il tempo di inviare un tweet dal suo profilo ufficiale. Significativo il testo del messaggio: ‘Un giorno, saremo noi a giudicare loro’. Non è la prima volta che per Navalny si aprono le porte del carcere. In più di un’occasione, nel recente passato, la nota personalità russa ha avuto ‘problemi’ con Vladimir Putin e l’attuale premier Medvedev, anche lui accusato di corruzione da coloro che erano presenti nella piazza di Mosca.

Unanime, è arrivata la condanna da parte dei Paesi Europei e, sopratutto, degli Stati Uniti. Nonostante all’inizio della sua presidenza, Trump fosse stato criticato per la sua vicinanza, presunta, a Vladimir Putin, l’attuale amministrazione della Casa Bianca, nei fatti, si sta smarcando a grandi passi da quella che poteva essere, di fronte all’opinione pubblica, una pericolosa ‘alleanza’. A testimonianza di ciò la netta condanna contro le centinaia di arresti operate dalla polizia russa tra i manifestanti di domenica giunta nelle ultime ore da parte di Mark Toner, uno dei rappresentanti del Dipartimento di Stato Usa. Gli Stati Uniti, attraverso la nota di Toner, chiedono alla Russia l’immediata liberazione degli oltre 500 arrestati, definendo quanto compiuto dalla polizia di Putin un ‘affronto ai valori democratici fondamentali’. Va ricordato, infine, che tra un anno, in Russia, si svolgeranno le elezioni presidenziali, scadenza che ‘preoccupa’ gli Stati Uniti in relazione all’escalation di violenze degli ultimi giorni.