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Strage al largo di Lampedusa, 29 migranti morti per ipotermia

Morte per ipotermia: è questa la sorte toccata a 29 migranti che si trovavano a bordo di un barcone, che nel corso della notte dell’8 febbraio è stato soccorso al largo di Lampedusa da unità della Guardia costiera. Subito sono esplose le polemiche riguardo all’inadeguatezza dei soccorsi, puntando il dito verso il fatto che le navi d’altura erano in quel momento ferme nei porti di Augusta e di Malta.

In molti interventi si sottolinea che questa ennesima strage si poteva evitare. Al momento dell’arrivo delle unità della Guardia costiera, sette persone erano già decedute a bordo del barcone, mentre le altre sono morte mentre le motovedette li stavano trasportando verso il porto dell’isola di Lampedusa. Nel corso dell’operazione sono stati salvati altri 105 profughi.

L’allarme per la presenza in mare aperto del barcone era arrivato nel pomeriggio con un telefono satellitare, ed è stato ricevuto dalla Guardia costiera di Roma che ha messo subito in allerta le motovedette. Autorità spagnole hanno segnalato la presenza di un secondo barcone, ma al momento non ne è stata trovata traccia e le ricerche continuano, così come quelle di altri dispersi.

All’arrivo sull’isola, i profughi che presentavano gravi segni di ipotermia sarebbero stati trasportati per mezzo di elicotteri verso strutture attrezzate per queste evenienze, ma per 22 è sopraggiunta la morte proprio mentre si trovavano a bordo delle motovedette.

Pietro Bartolo, direttore sanitario di Lampedusa parla dei profughi, molti giovani, e morti di freddo, in condizioni terribili, puntando il dito anche sulla “trasformazione ” dell’operazione Mare Nostrum, in quanto i profughi sono stati costretti a viaggiare su imbarcazioni non idonee per il soccorso. Alla voce critica di Pietro Bartolo se ne sono aggiunte in seguito altre, come quella del sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, che dichiara di essere tornati indietro rispetto ai tempi di “Mare Nostrum”, ed annuncia la richiesta di un incontro con il Ministro dell’Interno. Sul fatto è intervenuta con un messaggio su Twitter anche Laura Boldrini.

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