Cronaca

Strage di Nizza: ancora cinque gli italiani dispersi

L’eco della strage di Nizza, con gli 80 morti sulla Promenade Des Anglais non si è ancora spento, ed a mantenere alta l’attenzione sono anche le ricerche dei cinque cittadini italiani che ancora mancano all’appello. Due coppie, una di Milano ed una di Voghera, non fanno avere più notizie ai parenti dalla sera del 14 luglio, e si teme che con loro ci potesse essere anche una quinta persona, fatto che però non è stato confermato.

Una quinta persona sicuramente ricercata è invece una donna di Cuneo, che secondo la testimonianza della figlia, era stata caricata dai soccorritori su una ambulanza. Della donna però si sono letteralmente perse le tracce. Questa la situazione, mentre si attende da parte delle autorità la pubblicazione della lista ufficiale con i nomi delle vittime dell’attentato.

Finora le notizie diramate da parte del ministero degli Esteri italiano, parlano di una decina di cittadini italiani coinvolti nella strage, tra persone ferite e persone al momento irreperibili. La coppia di Voghera è formata da 71enne Angelo D’Agostino e dalla 68enne Gianna Muset, mentre i due milanesi rispondono ai nomi di Maria Grazia Ascoli di 77 anni e di Mario Casati, novantenne. Tutti, secondo le informazioni in possesso delle autorità, al momento della strage, si trovavano sul lungomare di Nizza per assistere ai festeggiamenti.

Per quanto riguarda la donna di Piasco, paese in provincia di Cuneo, Carla Gaveglio, suo marito e sua figlia, feriti, sono attualmente ricoverati presso l’ospedale Pasteur di Nizza, e la ragazzina quattordicenne ha dichiarato che la madre era cosciente ed è stata caricata sull’ambulanza, ma non risulta ricoverata in nessuno degli ospedali. Carla Gaveglio, sempre secondo le testimonianze, aveva perso la borsetta nel corso dell’attentato e quindi non è provvista né di documenti né di cellulare. Le sue foto sono state consegnate da Pietro Massardi, il marito, agli uomini dell’unità di crisi, ma finora nessuna traccia.

Il ritardo da parte delle autorità nel diramare la lista ufficiale dei morti è dovuto anche al fatto che sono stati eseguiti dei test del DNA per verificare l’identità di alcune vittime. Nonostante gli inviti a rimanere a casa ed attendere notizie, alcuni parenti delle persone scomparse si sono recate sul posto; tra questi il figlio di Angelo d’Agostino, Massimiliano, il quale ha dichiarato che “Questa attesa sta diventando un’agonia”.