Cronaca

Un morto ed un ferito in una sparatoria contro un barcone di migranti

Al largo delle coste libiche continuano le operazioni di soccorso ai migranti da parte delle navi della Marina Militare. Solo nella giornata di ieri le navi hanno soccorso quindici barconi, che avevano a bordo circa 2500 migranti. Su uno di questi barconi si è però verificato un dramma, in quanto è stato attaccato e gli spari hanno provocato una vittima, mentre un’altra persona è rimasta ferita.

Secondo quanto i superstiti hanno raccontato ai soccorritori, si sarebbe trattato di un attacco portato da una motovedetta libica. Da parte della guardia costiera del paese africano si nega però decisamente questa ricostruzione dei fatti. Il ferito è un uomo di 31 anni, proveniente dal Gambia, colpito alla caviglia. In un primo momento è stato trasportato, a bordo di un elicottero, sino al pronto soccorso che si trova sull’isola di Lampedusa, e successivamente all’ospedale di Palermo.

Secondo la ricostruzione dei fatti, un natante che aveva a bordo degli uomini armati, avrebbe avvicinato il barcone con i migranti ed i miliziani avrebbero richiesto del denaro ai migranti, ricevendo un secco rifiuto. A qual punto sarebbero state sparate delle raffiche con armi da fuoco che hanno ucciso un uomo e ferito il secondo.

Gli inquirenti vogliono comunque verificare più attentamente le testimonianze dei superstiti, perché si starebbe facendo strada una ipotesi alternativa, cioè quella che la sparatoria sia avvenuta prima dell’imbarco dei migranti sul barcone. Riguardo all’accaduto comunque, è stata aperta una indagine, al momento contro ignoti, da parte della Procura di Agrigento, indagine che potrebbe successivamente passare, per competenza, alla Procura di Ragusa, nel territorio della quale si trova il porto dove approderanno i migranti.

Il reato che sta alla base dell’indagine è quello di omicidio, e di tentato omicidio. Il problema dei migranti, che l’Italia sta tentando di affrontare a livello dell’Unione Europea, sta comunque diventando sempre più difficile da gestire, non solo per l’emergenza in mare, ma anche per le varie strutture di accoglienza che devono ospitare i migranti e che sono sull’orlo del collasso.

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