Economia

Una cambiale di 93 miliardi sulla testa degli Italiani

La diminuzione del PIL, il calo delle esportazioni e il rincaro dei muti hanno fatto impennare nuovamente il debito pubblico che cresce di circa 6 miliardi al mese.

I dati sono inconfutabili: da gennaio 2018 a gennaio 2019 il debito pubblico è aumentato di 71 miliardi, con un ritmo di 6 miliardi al mese, facendo segnare un + 3,1%. Questo è il quadro della situazione rilevato da Bankitalia che evidenzia negli ultimi dodici mesi un’incremento dell’indebitamento mensile pari a 5,92 miliardi di euro. Per comprendere meglio la situazione, il debito pubblico raggiunto negli ultimi periodi supera del 22% quello toccato durante la seconda guerra mondiale e si avvicina ulteriormente al record assoluto registrato nel 1920.

L’Italia viaggia in controtendenza rispetto ai paesi virtuosi dell’unione europea che grazie all’attuazione di manovre volte a stimolare la ripresa del PIL sono riusciti a dimezzare, o almeno a diminuire il debito pubblico. Il peso del debito grava maggiormente sui giovani: è stato appurato che la spesa relativa agli interessi supera i 65 miliardi di euro, con un debito di 38.000 euro per ogni cittadino.

La situazione purtroppo è complicata e i dati poco confortanti sulle esportazioni, a cui si va ad aggiungere un fisiologico rincaro dei mutui dovuto principalmente all’ampliamento dello spread, vanno a inficiare pesantemente sul debito degli italiani che in due anni saranno tenuti a sostenere un debito di circa 93 miliardi di euro.