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La decisione di Bloomberg: nel 2020 correrò per battere Trump

L’annuncio dello sfidante di Donald Trump, attuale presidente degli Stati Uniti d’America, precede un periodo nel quale oltre venti dei 52 Stati a partire da oggi, saranno inondati da una campagna pubblicitaria costata 30 milioni di dollari che sarà vista da miliardi di cittadini distribuiti all’interno di un’enorme area che copre dal Maine fino alla California.

Bloomberg, già sindaco di New York per ben tre volte, sembra avere una strategia ben precisa: la sua intenzione è quella di disertare le elezioni primarie che si terranno a febbraio 2020 nei primi quattro stati previsti, per potersi concentrare al meglio sulle primarie di marzo, contando su stati più grandi del calibro della California.

L’equipe di Bloomberg nei giorni scorsi aveva rivelato la sua preoccupazione in merito ai suoi alleati, i quali secondo il miliardario, non sarebbero in grado di competere con Trump, come Joe Biden, il quale sarebbe troppo debole, mentre Bernie Sanders ed Elizabeth Warren sarebbero schierati eccessivamente verso la sinistra.

Bloomberg sembra voler puntare tutto sulle sue possibilità economiche e sull’enorme fetta di elettori che non vuole Trump, definendo quest’ultimo come una minaccia esistenziale ai danni dei valori americani e agli stessi Stati Uniti. Secondo l’ex sindaco di New York, se dovesse vincere nuovamente Trump, l’America potrebbe non essere in grado di riprendersi dai danni causati dalle sue azioni.

Infine, per la sua campagna elettorale, Bloomberg dichiara di non accettare donazioni e in caso di vittoria, fa sapere di voler rinunciare allo stipendio da presidente, considerando la guida degli Stati Uniti come un dovere morale e non come un lavoro.