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L’aspirina può essere un’arma anticancro?

Una recente ricerca condotta dalla Harvard School of Public Health avrebbe dimostrato che l’aspirina ha una modesta potenzialità di prevenzione nei confronti di alcune tipologie di tumore, soprattutto di quelle a carico dell’apparato gastro-intestinale.

Non è la prima volta che una ricerca mostra una correlazione tra l’assunzione di aspirina e una ridotta incidenza di insorgenze tumorali, ma gli studi precedenti erano basati sulla semplice osservazione. In altre parole, non vi era modo di dimostrare un vero e proprio rapporto di causa-effetto tra l’assunzione di aspirina e la prevenzione dei tumori.

Per questo motivo, i risultati pubblicati dal gruppo di ricerca di Harvard, coordinato dal dott. Yin Cao, sono interessanti. Sono i primi dati che mostrerebbero un effettivo rapporto di causa effetto, con una riduzione del rischio di tumore di circa il 5% tra coloro che assumevano una o due aspirine a settimana. La ricerca ha riguardato oltre 100.000 persone e la riduzione del rischio è arrivata al 25% per quanto riguarda i tumori dell’apparato gastro-intestinale.

Per quanto riguarda altre forme di tumore specifiche, come quelle che colpiscono polmoni, seno e prostata, non si sono evidenziati effetti benefici di alcun genere. Il problema da affrontare ora, però, sarà quello di verificare in che modo e a quali dosaggi, l’aspirina può essere considerata un efficace strumento di prevenzione.

Inoltre, c’è bisogno di stabilire una posologia accurata, per evitare che un blando effetto preventivo nei confronti di alcuni tumori non porti con sé conseguenze spiacevoli sul piano degli effetti collaterali.
L’aspirina, infatti, pur essendo un medicinale di automedicazione di larga diffusione, può avere effetti collaterali anche gravi in caso di uso prolungato e di dosaggio errato.

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