Economia

Netflix indagata per evasione fiscale in Italia dalla Procura di Milano

La Procura di Milano avrebbe aperto un’indagine contro Netflix per evasione fiscale. Lo riferisce Il Corriere della Sera. Stando alle indiscrezioni rilanciate dal noto quotidiano, la Procura meneghina avrebbe avviato un fascicolo per omessa dichiarazione dei redditi, sottolineando come l’accusa sia al momento a carico di ignoti, poiché l’azienda statunitense con sede principale a Los Gatos non ha alcun referente diretto su tutto il territorio italiano.

In Italia ci sono 1,4 milioni di abbonamenti attivi

Il nostro Paese conta 1,4 milioni di abbonamenti a Netflix, con valori che variano da 7,99 euro (pacchetto standard) a 15,99 euro (pacchetto premium). Facendo una media tra i prezzi dei due abbonamenti (per una spesa di 12 euro), si arriva a guadagni stimati di circa 16,8 milioni di euro al mese dai soli abbonati italiani, per un totale di poco superiore ai 200 milioni di euro in un anno. Soldi su cui Netflix non ha pagato nemmeno un centesimo di tasse al fisco italiano, secondo l’accusa mossa dalla Procura di Milano nell’indagine contro il colosso dello streaming on demand a livello mondiale. Oltre all’assenza di sedi fisiche e referenti legali in Italia, la situazione si fa ancora più complicata per via della provenienza estera dei segnali che consentono a Netflix di trasmettere i propri contenuti in Italia. A questo punto, l’ipotesi più concreta su cui la Procura starebbe studiando è quella di considerare gli stessi canali di trasmissione appartenenti a Netflix come organizzazione stabile.

Le indagini del passato della Procura di Milano

Nel recente passato, la Procura di Milano si è distinta per le indagini contro gli altri colossi del web, accusati di evadere il fisco italiano non pagando le tasse sui proventi derivanti dagli utenti italiani. In totale, la Procura meneghina è riuscita scucire ai vari Amazon, Apple, Google e Facebook una somma di 5,6 miliardi di euro.