Cronaca

Scoperto l’assassino di Lidia Macchi: si tratta di un suo ex compagno di liceo

La famiglia Macchi sembra abbia avuto giustizia: sono queste le parole dell’avvocato Daniele Pizzi, che per trent’anni si è battuto affinché fosse possibile trovare l’assassino di Lidia Macchi.

Il delitto avvenne nel 1987, precisamente il cinque gennaio di quell’anno: il corpo di Lidia venne trovato nel bosco della periferia di Cittiglio, martoriato da ventinove coltellate.
La ragazza, che studiava giurisprudenza presso l’Istituto Statale di Milano, non aveva alcun nemico ed anzi, secondo quanto raccontarono i parenti e gli amici, era una ragazza ben voluta da tutti e soprattutto ricca di vitalità.

Il caso fu il primo in Italia per il quale vennero applicate le nuove tecnologie del tempo, ovvero il test del DNA, analisi che però non portò ad alcun tipo di risultato: questo poiché non vennero trovate delle tracce in grado di far risalire le autorità al colpevole.
Il caso Macchi divenne quindi un cold case, ovvero venne archiviato, seppur la reputazione del vescovo Antonio Contestabile venne rovinata: l’uomo fu accusato inizialmente di essere colpevole e successivamente di essere implicato nel caso.

Grazie alla trasmissione Quarto Grado, in onda sul canale Mediaset di Rete Quattro, il caso è stato riaperto: durante una puntata del 2014, vennero mostrate alcune lettere che la famiglia Macchi ricevette dopo il funerale di Lidia.
La calligrafia venne però riconosciuta da una spettatrice, che ha rilasciato una testimonianza fondamentale: secondo la donna, che ha voluto rimanere anonima, la suddetta calligrafia corrisponde a quella di Stefano Binda.

L’uomo, ex compagno di Lidia Macchi, è stato sottoposto alla perizia calligrafica, che ha confermato la tesi della spettatrice del programma.
Binda è stato quindi arrestato all’alba del quindici gennaio 2016, anche se per ora, gli inquirenti stanno effettuando ulteriori analisi per poter capire se, effettivamente, la mano assassina è proprio quella di Binda.