Cronaca

Silvia Romano libera: “Conversione all’Islam una mia scelta”

Dopo due anni di prigionia in Africa, tra il Kenya e in Somalia, Silvia Romano è tornata libera. Nella giornata di ieri, durante un lungo colloquio avuto con i pm, la ragazza ha raccontato la sua conversione all’Islam, ribadendo come la sia stata una sua scelta e di non aver ricevuto pressioni psicologiche a riguardo. Oggi Silvia si fa chiamare con un altro nome: Aisha, lo stesso nome con cui era conosciuta la moglie favorita del profeta Maometto.

La conversione avvenuta a metà prigionia

Silvia Romano ha sottolineato come la conversione all’Islam sia avvenuta come un fatto spontaneo a circa metà della sua prigionia. Dopo aver trascorso un primo mese non semplice, in cui si era più volte ammalata e dove era presa da uno sconforto generale, la volontaria italiana ha iniziato a reagire. Per prima cosa ha chiesto ai suoi carcerieri un taccuino, attraverso cui annotare gli spostamenti e altri dettagli legati alla prigionia. Quindi ha chiesto il Corano, avvicinandosi giorno dopo giorno alla fede secondo cui non esiste altro Dio all’infuori di Allah. Infine la cerimonia di conversione, che secondo il racconto fatto ai pm nella giornata di domenica si sarebbe svolta in pochi minuti.

Nessuna violenza fisica, sessuale o psicologica

Durante la testimonianza presentata ieri pomeriggio, Silvia Romano ci ha tenuto a precisare di non aver mai subito alcuna costrizione fisica, sessuale o psicologica durante i due anni in cui è stata tenuta prigioniera. La donna ha inoltre svelato di essere stata in sei appartamenti diversi, dove era libera di circolare.